Nuovo disco per Eros Ramazzotti, “Vita ce n’è”. Tante parole e tante interviste. Persino un super-evento al Castello Sforzesco. Tutto ok, d’accordo. Ma una recensione, no?!

di Diego Perugini

Eros Ramazzotti al Castello Sforzesco di Milano

Ok, esce il nuovo disco di Eros Ramazzotti, “Vita ce n’è”. E leggiamo dappertutto racconti mirabolanti della serata evento al Castello Sforzesco di Milano. In pratica un talk-show con Pippo Baudo a decantare vita, opere e miracoli dell’ex ragazzo di periferia, seguito da un contentino di domandine concesse alla stampa adorante. E va bene (?) così. Evento volevano ed evento è stato. Per pura curiosità, poi, mi sono messo a cercare cosa ne pensano i colleghi dell’album. Digita e digita sul web, ma di recensioni nisba, nada, niente. Come se fossero stati tutti irretiti dalla serata di gala meneghina, dalle esternazioni del Pippo nazionale, dalle frasi di prammatica del buon Eros. Oddio, è vero che le redazioni vogliono sempre meno parlare di musica, però uno straccio di giudizio o, quanto meno di descrizione, sarebbe lecito aspettarselo. Due righe due per raccontare i suoni, gli arrangiamenti, gli stili. Mah.

Ma com’è, alla fine, il nuovo disco di Eros Ramazzotti?

E, allora, provo a raccontarvelo io, ‘sto disco, che me lo sono ascoltato qualche volta. Piccola divagazione. Mesi fa, quand’era uscita un’intervista su “Vanity Fair”, l’autore dell’articolo aveva definito l’album “rivoluzionario”. D’accordo, so che i magazine spesso esagerano, però quell’aggettivo, “rivoluzionario”, m’era rimasto in mente. Alla luce dell’ascolto del cd, posso tranquillizzare i fan: qui di rivoluzionario non c’è nulla. E’ un disco nel classico Ramazzotti-style: romantico, melodico, accattivante, orecchiabile. Il solito buon vecchio pop, appena riverniciato con qualche arrangiamento moderno, tanto per far vedere che siamo nel 2018. E, in tal senso, non è nemmeno così male, se vi piace il genere. Ramazzotti canta l’amore a 360° e si circonda di collaboratori solidi, a partire da Cheope e Federica Abbate, coi quali firma diversi brani. Ma ci sono pure Mogol e Lavezzi, Dario Faini, Fortunato Zampaglione, Enrico Nigiotti e, persino, Paolo Antonacci (figlio di Biagio).

Eros Ramazzotti, “Vita ce n’è”, copertina
Le canzoni di “Vita ce n’è”
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