Quattro chiacchiere telefoniche con Boosta, fondatore e tastierista della band torinese, da poco partita con l’8 tour

di Diego Perugini

Intervista a Boosta dei Subsonica, partiti da poco con l'8 tour
Subsonica, è da poco partito l’8 tour

Mentre a Sanremo si consumava l’ultimo atto dell’edizione n. 69, i Subsonica partivano per un nuovo tour. L’ennesimo di una lunga carriera. “Ma stavolta era un po’ diverso”, mi dice al telefono un raffreddatissimo Boosta. “Mancavamo dai palchi da un po’, allora prima abbiamo fatto un po’ di concerti nei club in giro per l’Europa. Ed è stato molto bello e utile per ritrovare le dinamiche di gruppo, quella confidenza sul palco. Un rodaggio, anzi di più. E’ stato un percorso di riscoperta, dove abbiamo capito molte cose. Innanzitutto, che i muri e le barriere non servono a niente. E che, al di là delle formazioni sovraniste, oggi i ragazzi considerano l’Europa come un territorio unico, anzi il loro territorio d’elezione”.

Dopo l’esperienza estera, la band è tornata in patria e ha cominciato a macinare i live dell’8 tour, titolo che rimanda all’ultimo cd (“8”). In scaletta i nuovi brani e gli immancabili classici. “E’ uno spettacolo impegnativo e ambizioso, curato nei minimi dettagli, che vede coinvolto tutto il nostro team, siamo una sessantina di persone. C’è un grande palco, super-immersivo e sempre in movimento. Ci piace pensare al live come momento unico e speciale, che non guardi sui telefonini. E che sia una piccola esperienza di vita. Uno show da ballare, ma che faccia anche riflettere”.

Pochi giorni fa hanno suonato nella loro città, Torino: “Tornare a casa è sempre bellissimo. Bando ai campanilismi, però senza Torino noi non saremmo nati: penso alla Torino anni 90 coi suoi locali, i suoi input, la sua vivacità culturale. L’abbiamo raccontata tante volte nelle canzoni, rimane il nostro rifugio, il luogo dove viviamo. E in tour ci siamo portati un concittadino, il rapper Willie Peyote, che non è il solito supporter, ma interagisce con noi sul palco e in alcuni pezzi”.

Prossimamente i Subsonica suoneranno a Milano (18 e 19, Mediolanum Forum d’Assago) e Roma (21, Palalottomatica). “Due città molto importanti per noi. Milano ci ha sempre accolto benissimo. Ricordo i piccoli club come Binario Zero e Tunnel. E il sold out al Forum del 2000, quando ci hanno chiesto di ritardare l’inizio del live perché c’era coda in tangenziale. Roma ci ha lanciato ancor prima di Torino e tuttora abbiamo molti amici un po’ ovunque, non solo sulla scena musicale. Indimenticabile il tutto esaurito a Il locale, nel 1997: era una notte di pioggia e avvicinandoci al club abbiamo visto un sacco di gente in coda. Non riuscivamo a credere che fosse per noi”.

Una storia, la loro, che dura da oltre vent’anni. E che ha resistito all’usura del tempo e delle mode. “Il segreto è la stima, il rispetto, l’intelligenza, il volersi bene. Siamo una band senza leader ed è importante saper gestire i rapporti e lasciare che ognuno si prenda i propri spazi, quando necessario. Così siamo in giro da vent’anni con la stessa formazione e la stessa voglia di suonare degli inizi”.