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Tag: Covid-19

Salmo sì, Salmo no. L’inattesa polemica d’agost0

Salmo organizza un concerto senza il rispetto delle norme anti-Covid. E scoppia la polemica. Ma intanto il mondo del live rischia grosso.

Pensavo che per quest’estate ci saremmo limitati alle geremiadi contro i tormentoni latin e reggaeton, invece è scoppiata la bomba Salmo. Che merita qualche riflessione al di là degli schieramenti.

La storia, ormai, la sanno pure i sassi: il rapper sardo ha tenuto un live gratuito in quel di Olbia, saltando a piè pari le norme anti-covid, cioè numero chiuso, mascherine e distanziamento. Col fine ultimo di stigmatizzare la penosa situazione del sistema della musica dal vivo, snobbata e penalizzata dalle istituzioni. Motivazione anche condivisibile, molto più discutibile l’approccio.

A seguire polemiche e insulti sul versante social, fra chi condanna l’operato (giudicato irresponsabile) di Salmo e chi ne esalta l’artistica spinta libertaria. Col prezzemolino Fedez a menare le danze, uno che non perde occasione di parlare e far parlare di sé (e a questo punto l’idea che il signor Ferragni scenda in politica, che all’inizio mi sembrava peregrina, oggi mi sembra meno assurda).

Lo confesso. Sono confuso e infelice. Perché intanto constato, per l’ennesima volta, che nel nostro Paese ognuno fa quel che vuole: lo conferma, tanto per fare un esempio, il caso del rave non autorizzato nel Viterbese, proseguito per giorni in sprezzo a ogni forma di regola sino al tardivo sgombero pacifico.

E, poi, perché temo assai per il futuro della musica dal vivo: ci sono divisioni laceranti, opinioni contrastanti, egoismi serpeggianti, oltre al solito scarso sostegno delle istituzioni.

Chiaro che così non si potrà andare avanti per molto: i concerti a ranghi ridotti e con le ben note restrizioni non sono sostenibili a lungo per chi suona, chi organizza e chi ci lavora. E anche per gli spettatori è dura stare zitti e buoni per tutto il tempo, seduti e con mascherina. E’ una tortura e un controsenso per chi ama e frequenta i live.

Soluzioni? Le demando a chi ne sa (e può) più di me. Però, fate presto.

Covid-19, la musica va avanti. Nel bene e nel male

di Diego Perugini

Continuano le polemiche sul mancato rimborso per i concerti italiani annullati di Paul McCartney
Paul McCartney

Ho scritto poco, anzi pochissimo, in questo tempo di quarantena. Perché non me la sentivo, ero come svuotato, provavo il desiderio di fare altro. Staccare la spina. E così ho fatto. E, poi, non volevo intasare il web di altri fiumi di parole, c’erano già così tanti commenti, dibattiti, opinioni, critiche, denunce e via dicendo. Di tutto e di più. Anzi, troppo.

E la musica? A dirla tutta, davvero non si è mai fermata, nel bene e nel male. Dai canti collettivi sui balconi agli streaming e ai concerti virtuali, mentre nella casella mail sfilava tristemente la ridda delle news sulle cancellazioni dei tour. Le iniziative, le polemiche e le proteste, poi. Con media e social ad amplificare tutto, anche qui nel bene e nel male. Chi capisce e chi no, chi prova a (ri)costruire e chi spara a zero, sempre e comunque.

I lavoratori della musica chiedono giustamente aiuto e sostegno dal governo (La Musica Che Gira), ma anche per noi giornalisti son tempi duri fra chiusure di testate e compensi sempre più striminziti. Gli spettatori vogliono indietro i soldi dei concerti annullati (e non generici voucher), con la punta dell’iceberg del caso McCartney. Ci si divide pure sulle modalità di ripartenza, mentre arrivano tristi comunicati sulla chiusura definitiva di club, teatri e rassegne. E’ uscito anche qualche disco, ma col contagocce (il 19, però, è in arrivo Dylan), perché gli artisti preferiscono attendere tempi migliori.

Intanto qualcuno riprova davvero a partire col live, con tutte le precauzioni del caso. L’iniziativa Live Is Live, che lunedì 15 coinvolgerà una serie di regioni con concerti di Boosta, Ascanio Celestini, Giovanni Truppi e altri. I mini-tour già annunciati di Gazzè, Diodato e Silvestri e alcuni festival che confermano la loro programmazione (Tones On The Stones, Santarcangelo, Occit’amo…). Sarà un nuovo inizio? Si spera. E, magari, mi tornerà pure la voglia di riprendere a scrivere.