La definizione viene facile facile: la strana coppia, come nella storica commedia con Jack Lemmon e Walter Matthau.
Perché, in effetti, fa strano vedere insieme, su disco e su palco, Francesco De Gregori e Checco Zalone. Il “principe” della canzone d’autore italiana e il comico irriverente campione d’incassi al cinema.
L’album, “Pastiche”, è appena uscito per Sony Music e mescola riletture del repertorio storico di De Gregori (“Pezzi di vetro”, “Rimmel”, “Buonanotte fiorellino”…) a cover assortite, da “Pittori della domenica” di Paolo Conte a “Le cose delle vita” di Antonello Venditti e “Putesse essere allero” di Pino Daniele.
Più l’inedito “Giusto o sbagliato”, ballata sul bilancio di una vita, che rimanda nel testo (e non solo) al classico “My Way”.
Gli arrangiamenti sono corretti, senza troppi azzardi, pianoforte e voce. Da camera. Con l’idea-guida del titolo di mescolare stili, generi, fonti. E altro ancora.
De Gregori canta con un piglio più da “crooner” del solito. E Zalone che fa? Suona il piano, stile jazz o piano bar: non sarà Bollani, ma se la cava bene.
In più c’infila uno scherzetto dei suoi, “Alejandro”, che ironizza su andropausa e dintorni. Più altre cosette che scoprirete all’ascolto. Che, diciamolo subito, si rivela piacevole e godibile pur senza far gridare al capolavoro (ma credo non fosse quello l’intento).
Un divertissement, insomma, ma non buttato lì, tutt’altro.
Il bello, semmai, è vederli e ascoltarli dal vivo, come ieri pomeriggio alla Santeria 31 di Milano in una mezz’oretta di musica, parole, battute e improvvisazioni da strappare l’applauso.
Il De Gregori sempre un po’ austero (tipo che un giornalista gli fa una domanda e lui passa oltre) si scioglie di fronte al cazzeggio genialoide di Zalone. Fino a uscire dal ruolino di marcia e intonare una “Generale” come se fosse Vasco o duettare con Checco sull’esilarante “I uomini sessuali”.
Amici nella vita, pur nelle grandi diversità artistiche (o, magari, proprio per questo), i due sembrano divertirsi e voler divertire il pubblico, senza farsi troppe menate.
E se lo spirito sarà quello intravisto ieri, c’è da pensare che i due concerti con band del 5 e 9 luglio alle Terme di Caracalla di Roma saranno a loro modo memorabili.
Anche perché pare non ci saranno repliche: “Ci piace la toccata e fuga, un tour non avrebbe senso” ha sentenziato il Principe. E, forse, è giusto così.