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Tag: Enrico Ruggeri

De André in tv, un’occasione sprecata

di Diego Perugini

_Foto Reinhold Kohl-Fondazione Fabrizio De André
Foto Reinhold Kohl-Fondazione Fabrizio De André

L’altra sera, come tanti, mi sono messo a guardare l’omaggio a Fabrizio De André su RaiUno. Primo capitolo di una trilogia che poi affronterà Dalla e Battisti. Avevo molti dubbi, l’unico filo di speranza era affidato a Enrico Ruggeri, uno dei conduttori, del quale ho stima incondizionata.

Non è andata bene. E’ stato uno spettacolo lungo, sfilacciato e farraginoso, con cantanti e presentatori spesso impacciati, scelte artistiche discutibili, arrangiamenti moderni e sopra le righe. Con momenti tragicomici come la Vanoni che s’incazza perché non riesce a leggere dal “gobbo”.

Il “gobbo”, appunto. Sinceramente mi sfugge, per esempio, come tanti professionisti non riescano a imparare una canzone a memoria, tanto più classici famosi come quelli di De André, che peraltro già dovrebbero avere ben assimilato nel tempo. Vedere gli sguardi verso l’alto alla ricerca della strofa da cantare non è il massimo, anzi.

Lo stesso Ruggeri, colpito da un vistoso calo di voce, non ha retto l’arduo cimento. Le cose da salvare? La storica Pfm, Morgan (che, almeno, la materia la conosce bene), Mauro Pagani in collegamento da Genova con “Crêuza de mä” e poco altro.

Lo so, costruire uno spettacolo intelligente su De André in prima serata, su RaiUno, cercando di incrociare i gusti di un pubblico generalista, non è facile. Ma così si peggiorano le cose. E, allora, è meglio evitare.

E’ parso uno spettacolo improvvisato, messo in piedi frettolosamente, senza un vero costrutto. Spiace. E, forse, anche Dori Ghezzi dovrebbe vagliare meglio le proposte. Inevitabili, quindi, le critiche anche pesanti sui social, incluse quelle del figlio Cristiano. Becere, invece, quelle rivolte al presunto credo politico dello stesso Ruggeri.

Non oso pensare alle prossime puntate su Dalla e Battisti, ma per fortuna non mancano le alternative. Un concerto, una partita di calcio, un buon film o un buon libro.

Enrico Ruggeri canta “Forma 21”, un toccante omaggio a Lou Reed

di Diego Perugini

Enrico Ruggeri, foto di ANGELO TRANI
Enrico Ruggeri, foto di Angelo Trani

Enrico Ruggeri l’ha definita “una delle più belle canzoni che ho scritto”. Pensavo esagerasse, ma già la prima volta che l’ho ascoltata ho provato qualcosa. Di bello, di toccante, di commovente. Arriva in coda al suo nuovo cd, “Alma”, come una sorta di chiusura del cerchio. S’intitola “Forma 21” e racconta gli ultimi momenti di vita di Lou Reed, uno dei numi tutelari del cantautore milanese. Enrico la canta in prima persona dalla prospettiva di Lou, che sorretto dalla moglie Laurie Anderson esegue la Forma 21, una figura di Tai Chi che rappresenta l’elevazione verso il cielo.

Un episodio raccontato dalla stessa Anderson e trasfigurato da Ruggeri, che ci mette molto del suo immaginario. Poche immagini a descrivere il bilancio di una vita fino a “l’immobilità di quell’attimo prima dell’infinito” e le mani giunte come in una preghiera. Una ballata poetica e ispirata, con un ritornello in cinese che mette i brividi e un breve solo di chitarra in stile Oasis. “Ma non è lugubre, anzi è una storia vera, intensa e positiva. E’ capitato anche a me di vedere morire delle persone e in comune avevano tutte un’ultima espressione di stupore, forse per il luogo a cui si stavano accostando. Il che lascia aperti degli scenari imperscrutabili”, spiega Enrico.

Un brano, insomma, che vola alto e ti resta dentro, regalandoci un momento di spiritualità e sereno distacco dalle fugaci cose del nostro quotidiano. Dategli un ascolto, non ve ne pentirete. E’ la ciliegina sulla torta di un album (il suo 35°!) per altro riuscito e intrigante, con sonorità rinnovate, grinta live e niente computer. Col piccolo (ma decisivo) aiuto degli amici Decibel e la consueta vena letteraria di Rouge, uno dei pochi in giro che sa raccontare il nostro mondo con poesia e senza retorica. E, fatto non trascurabile, anche in un buon italiano.