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Tag: Franco Battiato

Gli “Incontri” di Battiato

Se vi piace Franco Battiato e volete saperne (sempre) di più, ecco un appuntamento da non perdere.

Giovedì alle 18, al Centro Culturale alle Grazie di via Caradosso 1, Giordano Casiraghi presenterà il suo libro “Battiato – Incontri”.

In realtà il volume è uscito ormai diversi mesi fa e questa è una sorta di chiusura del cerchio, l’ultima delle varie presentazioni che l’autore ha tenuto in giro per l’Italia.

In questa occasione, però, ci sarà qualcosa di più: Casiraghi parlerà del compianto artista siciliano con Antonio Ballista e Fabio Cantelli Anibaldi.

Ci saranno inoltre una sonorizzazione a cura di Vincenzo Zitello, frammenti all’oboe di Roberto Mazza, “Prospettiva Nevski” con GiovanBambi, azioni teatrali dal gruppo Baby Sitter.

Oltre a interventi di Michele Fedrigotti, Andrea Tich, Garbo e tanti altri.

Un piccolo grande happening, insomma, per ricordare Battiato a due anni dalla sua scomparsa attraverso le pagine di un libro particolare.

Perché, rispetto alla sin troppo vasta quantità di titoli sull’argomento, “Incontri” è qualcosa di diverso.

Non è una biografia e non segue un preciso ordine cronologico, ma ha un filo conduttore unico, lo stesso del titolo. Gli incontri.

Perché l’arte dell’incontro è stata una delle costanti della vita del grande artista siciliano, che ne ha tratto spesso ispirazione e insegnamenti.

Casiraghi, che ha “incontrato” Battiato e lo ha frequentato per decenni ben oltre la classica attività giornalistica, ha lavorato su questo libro per circa quarant’anni.

Un tempo enorme, in cui strada facendo ha raccolto le testimonianze di tanti che, come lui, hanno “incontrato” Battiato.

Musicisti, discografici, autori, intellettuali, filosofi, letterati, religiosi, collaboratori, registi, giornalisti, addetti ai lavori e via dicendo.

Ognuno racconta la propria esperienza, breve o lunga, ma sempre intensa e foriera di memorabili ricordi.

Il tutto dispiegato in tanti capitoli, divisi per episodi e periodi storici, che alla fine formano un ritratto sfaccettato (e per certi versi inedito) di Franco Battiato.

La mole di materiale è imponente, con profluvio di date, dati e informazioni al limite della maniacalità (e con qualche piccola ripetizione).

Particolarmente interessante è la parte dedicata al primo periodo dell’artista, ai suoi esordi nella cosiddetta musica leggera anni ‘60, a quando girava per Milano nel duo Gli Ambulanti.

Al proposito, nel libro ci sono anche diverse foto inedite dell’epoca scattate da Uliano Lucas, con un Battiato assai differente da quel che conosciamo, come testimonia anche l’immagine di copertina.

Ricchissima di spunti pure la sezione sul Battiato più sperimentale, col ricordo dei tanti spettacoli in piccole sale di provincia, delle contestazioni talvolta subite e delle difficoltà di vario genere.

Fino alla svolta in chiave pop, alla deliberata ricerca del successo col best-seller storico “La voce del padrone”.

Un ampio spazio è rivolto al lato più spirituale e mistico di Battiato, alla sua costante ricerca di crescita ed evoluzione, con ampie citazioni dei suoi libri formativi, nonché un capitolo su “Attraversando il bardo”, film che affronta il tema del passaggio dalla vita alla morte.

Insomma, un libro complesso e intrigante al tempo stesso, che forse in certi passaggi potrà risultare un po’ faticoso per il grande pubblico, ma in cui invece anche i conoscitori più accaniti dell’artista siciliano potranno trovare altri spunti e nuove interpretazioni.

Casiraghi scrive in modo piano e senza fronzoli, mettendo da parte il proprio ego e lasciando che a parlare siano soprattutto gli altri.

Si percepisce la sua grande ammirazione, che però non indulge nell’adulazione fine a se stessa o nella banale retorica.

p.s. A pag. 254 c’è pure un mio piccolo contributo, ma “nonostante” questo il libro merita.

Quanto ci manca Franco Battiato

Sere fa in tv, capitato per caso su “The Voice Senior”, ho visto un’attempata signora cantare (piuttosto bene) “Torneremo ancora” di Franco Battiato, a oggi l’ultimo inedito dell’artista siciliano, uscito l’anno scorso nell’omonimo album dal vivo con la Royal Philharmonic Concert Orchestra.

Una canzone del Battiato più spirituale, che parla di trascendenza, trasmigrazione delle anime e vita oltre la morte, temi assai ricorrenti nella sua produzione. Così mi è venuto d’istinto pensare a lui, al suo silenzio, alla sua mancanza. Da tempo non ci sono notizie, solo l’anno scorso, in contemporanea con la presentazione del disco live, erano usciti dei pettegolezzi di cattivo gusto su una presunta grave malattia del Maestro.

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Giù le mani da Battiato!

Franco Battiato, credito Roberto Pagliani_lr

Franco Battiato è malato, lo si sa da tempo. Di cosa e a quale stadio, invece, non si sa. Giuste questioni di privacy. Peccato però che sui media e sui social fiocchi una ridda di indiscrezioni, polemiche e gossip al limite della decenza. Anzi, oltre.

Giusto qualche giorno fa, poco prima dell’uscita del nuovo cd “Torneremo ancora”, è arrivato l’ennesimo scoop di un presunto collaboratore del Maestro, che spara a zero sull’uscita discografica con frasi tipo “cercano di tenere in vita qualcosa che è già morto”. E giù altri fiumi di parole e discussioni.

Spiace che in tutto il bailamme di morbosi pettegolezzi ci vada di mezzo la cosa più importante: la musica. E’ vero, non si tratta di un vero disco “nuovo”: perché sono di registrazioni di un paio d’anni fa, colte durante le prove dei concerti con la Royal Philharmonic Concert Orchestra. E anche l’unico inedito, il brano che dà il titolo al disco, risale più o meno a quel tempo.

Da qui, però, a parlare di speculazione commerciale ce ne corre. Anzi, ho il sospetto che chi ne scrive indignato non abbia nemmeno sentito il disco, ma parli per partito preso.

Perché l’album, in realtà, è assai bello. Ascoltare senza pregiudizi per credere. In scaletta ci sono classici e pezzi meno noti, con una super orchestra a sottolineare suggestioni e melodie, senza band di supporto. La voce e l’orchestra. E le canzoni, tutto qui. Da “Come un cammello in una grondaia” a “I treni di Tozeur”, da “Le sacre sinfonie del tempo” a “E ti vengo a cercare”. Versioni da brivido.

Paradossalmente è proprio l’inedito “Torneremo ancora” a non far gridare al miracolo: una canzone del Battiato più spirituale, che con voce fragile e sofferta parla di trascendenza, trasmigrazione delle anime e vita oltre la morte, temi a lui cari e ricorrenti nella sua produzione.

Così come la musica, che batte territori già ampiamente sperimentati. Qualcuno vi ha visto una sorta di testamento spirituale, lasciandosi influenzare dalle notizie sul suo precario stato di salute, ma il pezzo in tutta onestà non è all’altezza di tanti precedenti capolavori, pur innalzandosi di cento spanne rispetto alla media delle uscite discografiche contemporanee.

Mi auguro quindi che il Maestro, nonostante le voci scoraggianti, trovi la forza di scrivere altre canzoni. Ancora più belle, sempre più belle.