di Diego Perugini

Continuano le polemiche sul mancato rimborso per i concerti italiani annullati di Paul McCartney
Paul McCartney

Ho scritto poco, anzi pochissimo, in questo tempo di quarantena. Perché non me la sentivo, ero come svuotato, provavo il desiderio di fare altro. Staccare la spina. E così ho fatto. E, poi, non volevo intasare il web di altri fiumi di parole, c’erano già così tanti commenti, dibattiti, opinioni, critiche, denunce e via dicendo. Di tutto e di più. Anzi, troppo.

E la musica? A dirla tutta, davvero non si è mai fermata, nel bene e nel male. Dai canti collettivi sui balconi agli streaming e ai concerti virtuali, mentre nella casella mail sfilava tristemente la ridda delle news sulle cancellazioni dei tour. Le iniziative, le polemiche e le proteste, poi. Con media e social ad amplificare tutto, anche qui nel bene e nel male. Chi capisce e chi no, chi prova a (ri)costruire e chi spara a zero, sempre e comunque.

I lavoratori della musica chiedono giustamente aiuto e sostegno dal governo (La Musica Che Gira), ma anche per noi giornalisti son tempi duri fra chiusure di testate e compensi sempre più striminziti. Gli spettatori vogliono indietro i soldi dei concerti annullati (e non generici voucher), con la punta dell’iceberg del caso McCartney. Ci si divide pure sulle modalità di ripartenza, mentre arrivano tristi comunicati sulla chiusura definitiva di club, teatri e rassegne. E’ uscito anche qualche disco, ma col contagocce (il 19, però, è in arrivo Dylan), perché gli artisti preferiscono attendere tempi migliori.

Intanto qualcuno riprova davvero a partire col live, con tutte le precauzioni del caso. L’iniziativa Live Is Live, che lunedì 15 coinvolgerà una serie di regioni con concerti di Boosta, Ascanio Celestini, Giovanni Truppi e altri. I mini-tour già annunciati di Gazzè, Diodato e Silvestri e alcuni festival che confermano la loro programmazione (Tones On The Stones, Santarcangelo, Occit’amo…). Sarà un nuovo inizio? Si spera. E, magari, mi tornerà pure la voglia di riprendere a scrivere.