E’ un bel viaggio nel tempo. Un tuffo dove l’acqua è più blu, tanto per citare un altro Lucio leggendario.
Fatto sta che vedere “Dallamericaruso – Il concerto perduto” è davvero una sorta di ritorno al futuro, anche solo per un paio d’ore passate al cinema.
Il film documentario in 4 k, diretto da Walter Veltroni e prodotto da Nexo Digital e Sony Music, sarà nelle sale dal 21 al 23 novembre , con una proiezione speciale il 19 alle 11 al Pop Up di Bologna con ospiti il regista e gli amici di Dalla.
Sul grande schermo ritroviamo le riprese integrali, curate da Ambrogio Lo Giudice, del concerto al Village Gate di New York nel 1986. Un concerto perduto e ritrovato in maniera fortuita da un collezionista presso un rigattiere, quindi tirato a lucido e rimasterizzato grazie ai miracoli della tecnologia moderna.
Il film è diviso in due parti.
La prima racconta la genesi di “Caruso”, l’inedito che mancava al disco originale. Un brano, forse il più noto di Dalla, nato per uno strano scherzo del destino, con la barca in panne nel golfo di Sorrento e l’artista costretto a fermarsi in un lussuoso hotel locale.
Per combinazione gli venne data proprio la stanza che fu del grande tenore e da lì il magico gioco dell’ispirazione fece il resto.
Veltroni torna sul “luogo del delitto” con i testimoni d’epoca (la cantante Angela Baraldi in primis) e rievoca in modo romantico/nostalgico la suggestiva vicenda.
Poi, col trait d’union di una scena emblematica di “La leggenda del pianista sull’oceano” di Tornatore, si passa al sogno americano, un live in un piccolo e nobile club, dove già s’erano esibiti jazzisti fuoriclasse. E comincia la festa.
Lucio e la band sono carichi, giovani e pimpanti. E il repertorio è di quelli immortali, incentrato per lo più sui due album best-seller di fine ‘70. I titoli sono storici: “L’ultima luna”, “La sera dei miracoli”, “Stella di mare”, “L’anno che verrà” e via così.
Il bello è vedere il divertimento sul palco: il gruppo ci dà dentro con vigore, mentre Lucio improvvisa, gioca con la voce, cambia o dimentica le parole.
Le canzoni sono quelle, ma gli arrangiamenti sono più liberi e selvaggi, il che è un valore aggiunto da non sottovalutare. Complice un audio sorprendentemente buono, se si pensa all’età non proprio verde delle registrazioni.
Insomma, sei lì sulla sedia e ti vien voglia di cantare.
Che, poi, è quello che Veltroni si augura: cinema pieni di fan, vecchi e nuovi, tutti insieme appassionatamente in un festoso karaoke.
A riscoprire, se ce n’era bisogno, un repertorio ancora maledettamente attuale, a cui negli anni in tanti (troppi?) si sono abbeverati in abbondanza.
Ma senza mai, naturalmente, eguagliare l’originale.
p.s. Il concerto sarà disponibile in un album, “Dallamericaruso – Live at Village Gate, New York 23/03/1986” (Sony Music), da lunedì 20 novembre in digitale e dall’1 dicembre in formato doppio cd, doppio vinile nero, lp in versione colorata (in esclusiva per il Sony Music Store) e in Dolby Atmos.