di Diego Perugini

Ieri sera lo speciale su Vasco Rossi su Rai1, “La tempesta perfetta”. Una lunga serata celebrativa del Modena Park, concertone dei record di tre anni fa.
Vasco, “La tempesta perfetta” su Rai1

Come tanti, ieri sera, mi sono visto in tv lo speciale su Vasco, “La tempesta perfetta”. Una lunga serata celebrativa su Rai1 del Modena Park, concertone dei record di tre anni fa. Una maratona, dalle 20.30 a mezzanotte, con interviste, commenti e tanta musica. Non pensavo avrei resistito, soprattutto a causa della concorrenza delle partite di calcio, invece ho mollato (temporaneamente) le altalenanti sorti del Milan e mi sono lasciato trasportare dalle ali del rock.

Poi, per carità, non tutto era proprio perfetto. Per esempio, l’intervista m’è parsa sin troppo ossequiosa (ma quando c’è Vasco esce sempre qualcosa di interessante). E, poi, non so voi, ma io non sopporto quando gli attori si mettono a recitare i versi delle canzoni, scatta immediata la ricerca del telecomando. Ma tant’è. Son quisquilie, in fondo.

Piuttosto mi ha colpito il tono generale, celebrativo certo, ma anche nostalgico e un po’ malinconico. Tipico delle cose bellissime che non torneranno più, amplificato all’ennesima potenza dalla situazione di stallo in cui ci troviamo. Che ti fa sembrare una serata magica di soli tre anni fa un evento così lontano.

Poi per fortuna c’è Vasco. Ci sono le sue canzoni. Rock tosto e carezze romantiche. Le ascolti, vedi i ragazzi sotto il palco pazzi di gioia che cantano tutto a memoria. Dal divano di casa non è lo stesso, però in qualche modo qualcosa arriva comunque.

E mi ha stupito, ancora una volta, quella capacità di sintesi. Quel sapere scrivere testi semplici, elementari, senza fronzoli. Ma che colpiscono molto più di tanti arzigogoli letterari. Sarà la sua voce, il modo di cantare, l’espressività. Chissà. Ma intanto, citando il Maestro, va bene, va bene così.