di Diego Perugini

In passato mi vedevo il festival dall’inizio alla fine, a volte riuscivo a sbirciare persino qualche passaggio del “Dopofestival”. E senza per forza arrivare all’alba. Stavolta no. Ho mollato il colpo dopo l’1 e mi sono buttato fra le amate coltri. Perché la mattina c’è da fare, mica esiste solo Sanremo.

Troppa carne al fuoco in questa edizione. Troppi ospiti, siparietti, monologhi, divagazioni e via perdendo tempo. Coi cantanti in gara che si esibiscono a ore improbabili, con lunghe pause fra l’uno e l’altro.

Così non va. Come se le canzoni, il concorso, la sfida, fossero semplici accessori (non i più importanti) di un monumentale carrozzone di spettacolo. Fosse per me, ridimensionerei tutto e metterei al centro le canzoni in gara, belle o brutte poco importa. Così che senso ha?

Però gli ascolti vanno bene, molto bene (ma il gradimento?), quindi facile intuire che si andrà avanti così, anche se Amadeus ha promesso che stasera si finirà prima. Amen.

A proposito, la classifica provvisoria vede Francesco Gabbani in testa. E, stavolta, senza filastrocche giocose e scimmie sul palco, ma con un brano più riflessivo, quasi filosofico. Evidentemente il cantautore toscano ha un feeling speciale con le giurie. Sa arrivare subito alla gente, merito non da poco. Salirà sul podio anche quest’anno?

Ultimo, invece, il tanto vituperato Junior Cally. Ma non l’ho visto. A quell’ora dormivo, sognando (forse) un Sanremo diverso.