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“L’ultimo girone” dei Litfiba

Ultimo valzer per i Litfiba. Anzi, "Ultimo girone", titolo del tour d'addio della band di Piero e Ghigo, dal prossimo aprile in tour. Di Diego Perugini per mannaggiallamusica.it
Litfiba, foto di Riccardo Piccirillo

Stavolta nemmeno Elio e le Storie Tese riusciranno a far loro cambiare idea. Perché i Litfiba hanno deciso di chiudere per davvero, dopo 40anni e passa di rock. Lo faranno con un tour in grande stile dal titolo emblematico, “L’ultimo girone”, che girerà i club della penisola dal prossimo aprile (qui le date).

Piero e Ghigo lo annunciano con la serenità di chi da questa avventura ha avuto tanto. Si dichiarano “felici, appagati, senza rimpianti”. E chiudono perché “ogni cosa ha una fine” e non vogliono restare “attaccati alle poltrone come i politici”. I tempi son cambiati, insomma, e il loro l’hanno fatto.

Così davanti ai giornalisti divagano e si dilungano lasciandosi andare ai ricordi: gli inizi in una cantina, i tour sui furgoni scalcagnati, la gavetta dura, le difficoltà, i concerti in giro per il mondo, il successo, le denunce, le critiche, i litigi, le riconciliazioni. E tanto divertimento.

Rivendicano con orgoglio l’attualità di tanti temi e soggetti affrontati in tempi non sospetti, dalla difesa della diversità alla critica socio-politica. E la curiosità che ci hanno messo nella musica, tanto da non aver mai fatto “un disco uguale all’altro”.

La scaletta del loro “ultimo valzer” sarà ottima e abbondante, con una settantina di brani da cui scegliere. E ogni sera diversa per almeno un terzo dei pezzi. In più tanti ospiti, a partire dai vecchi compagni di band Gianni Maroccolo e Antonio Aiazzi.

Poi ognuno per la sua strada, che magari potrà incrociarsi ancora. Mai più Litfiba, però. “Ma la nostra musica rimarrà sempre”, spiegano. E, forse, va bene così.

I “pugili fragili” di Piero Pelù

di Diego Perugini

Piero Pelù ha pubblicato un nuovo cd, "Pugili Fragili". Un mix fra vecchi amori rock ed elettronica moderna
Piero Pelù

Ero un po’ perplesso sulla nuova svolta di Piero Pelù. Prima a Sanremo con un pezzo dedicato al nipotino, quindi un disco prodotto con Luca Chiaravalli, produttore di stampo pop elettronico. L’idea di un Pelù “nonno pop” imbolsito e ammorbidito mi spaventava. Invece è andata diversamente.

Con “Gigante” all’Ariston Piero ha fatto il rocker gigione e trascinante, insegnando a molti come si sta su un palco e come si “lavora” la platea (“scippo” della borsetta Chanel incluso). Il segreto l’ha rivelato giorni fa in conferenza stampa: “Alla mia età o ti diverti o vai a coltivare l’orto”.

E lui sembra ancora divertirsi un sacco con la musica, cercando nuove sfide. Per esempio il confronto con Chiaravalli, che è alla base del suono del cd appena uscito, “Pugili fragili”. “Io volevo fare un trio rock alla Stooges, lui una cosa molto pop. Ci siamo anche scontrati, ma alla fine abbiamo trovato un compromesso”, ha detto.

Non so come la prenderanno i vecchi fan dei Litfiba, ma il risultato, alla fine, convince. Un disco che mescola gli antichi amori rock, blues e punk del “Toro loco” con la modernità elettropop contemporanea. Sembrerebbe una contraddizione (e, in parte, lo è, come ha ammesso lo stesso Piero), ma il gioco funziona. E conferma che, se usata con discrezione e intelligenza, l’elettronica non fa male al vecchio rock e dintorni. Più o meno come è successo, non tanto tempo fa, con l’ultimo lavoro di Zucchero, “D.O.C.”.

Per Pelù, insomma, è un modo per svecchiarsi e festeggiare i suoi primi 40 anni di musica. I testi, sempre diretti e senza fronzoli, uniscono pubblico e privato, racconti intimi e lo sguardo sul mondo. Dall’amore matrimoniale alla gioia d’essere nonno, dal rispetto delle diversità alla condanna della violenza sulle donne, fino al grido d’allarme sui nostri disastri ambientali.

C’è un bel duetto con un altro “ragazzaccio” (più giovane) come Appino in “Fossi foco”, che rilancia l’anima punk ante litteram del poeta Cecco Angioleri. Ci sono il già noto duetto (virtuale) con Greta Thunberg di “Picnic all’inferno”, la torbida ballata “Nata libera” contro i femminicidi, con Pelù che entra nella testa malata di uno dei tanti (troppi) maschi fuori controllo.

Mentre “Pugili Fragili”, la canzone, ne mostra il lato più intimista, riflessione post-matrimonio sull’importanza di tener botta in un rapporto, nel bene e nel male. Più in là, a luglio, ci sarà il tour. “E lo spirito sarà punk. Non una celebrazione, ma una festa”.