La serata sanremese dei tributi è quella che, da sempre, mi intriga di più. Perché l’arte della cover (nel mio piccolo, tanti anni fa, mi ci sono cimentato pure io) è difficile e stimolante, col rischio di sbattere il muso contro classici più o meno intoccabili e rimediare figure barbine. Ieri sera se n’è fatta un’abbuffata, con la solita maratona sino alle due di notte. Stavolta ho resistito. E ho fatto bene, perché proprio in coda sono arrivate le emozioni più forti.

Tosca ha reinterpretato un brano tosto e rifatto migliaia di volte (spesso da cani) come “Piazza Grande” di Lucio Dalla, dandone una versione diversa, femminile e un po’ flamenca, con l’aiuto della cantante spagnola Silvia Perez Cruz. Incantevole. E meritevole del primo posto assegnatole dall’orchestra. E’ stata una lezione di raffinatezza, intensità ed eleganza: come riprendere un classico senza inutili e dannosi stravolgimenti, ma al tempo stesso cambiandolo e regalando nuove e struggenti sfumature. Così si fa.

Poco dopo altre emozioni con Paolo Jannacci che riprende “Se me lo dicevi prima” di papà Enzo, brano splendido e, al tempo, un po’ sottovalutato. Qui Paolo decide di non sparigliare le carte, ma di rendere un omaggio sentito al genitore, senza se e senza ma. Niente originalità o riletture ardite, anzi certe frasi, certi atteggiamenti e certi sguardi rimandano volutamente a Enzo. E, per una volta, va bene così.

Anzi, ricordo una frase che, poco tempo fa, mi disse Paolo a proposito dei confronti con suo padre: “Ho preso così tante cose da lui che mi viene naturale esprimermi in un certo modo. Anzi, mi piace quando gli assomiglio, perché non c’è furbizia. Ed è un bel modo di ricordarlo”.

Ma anche gli altri duetti hanno avuto il loro perché, nel bene e nel male. L’incontenibile e arruffone Morgan con lo spaesatissimo Bugo; la gara a colpi di “stecche” fra Lamborghini e Keta; l’improbabile incontro fra Urso e una Vanoni (spiace dirlo) fuori giri; il solito divisivo Achille Lauro (con la brava Annalisa), più apparenza che sostanza; una Rita Pavone urlatrice sempre e comunque a fianco di un attonito “maestro” Minghi.

Gualazzi e Molinari bene sotto le stelle del jazz; coraggiosi (con qualche pecca) Rancore con Dardust e La Rappresentante di Lista; interessanti gli aggiornamenti rap di Anastasio con la P.F.M. per il classico di Zero. Divertenti Gabbani, Pelù e Pinguini Tattici Nucleari, micidiale “L’edera” versione Riki: come direbbe quel tale, ma che c’azzecca?