Si parla di Musica! (e non solo)

Tag: Ultimo

Live a Milano, fra Stromae, Bregovic, Carl Brave e il tutto esaurito per Ultimo

Il belga Stromae sarà domani al Milano Summer Festival con l'album “Multitude” e il suo mix di stili e generi in lingua francofona. Di Diego Perugini per mannaggiallamusica.it

Ultimi botti live prima della serrata d’agosto. E altra settimana infuocata. Dal meteo e non solo.

Due gli appuntamenti al Milano Summer Festival all’Ippodromo Snai: stasera con Willie Peyote, veterano del rap italico, con vocazione da intellettuale; e domani col belga Stromae e il suo mix di stili e generi in lingua francofona (e le novità del nuovo cd “Multitude”).

Stasera col live di Goran Bregovic e la sua Wedding & Funeral Band chiude il festival di Villa Arconati, mentre prosegue quello al Carroponte, che domani ospiterà il celtic punk dei Dropkick Murphys, seguiti giovedì dal pop-rap del romano Carl Brave e venerdì da Cristina D’Avena con i Gem Boy.

Al Magnolia, domani, arrivano i Marlene Kuntz con “Karma Clima”, album sul tema del cambiamento climatico, seguiti giovedì dal nu-jazz degli inglesi Sons of Kemet.

Finale di stagione per il festival interculturale Ahymé, giovedi alle 21.30 all’Arena Milano Est di Milano, col pianista Adam Kromelow in “Genesis Piano Project”.

Al Castello Sforzesco, domenica, si esibiranno gli allievi del Cpm con lo spettacolo “Canzoni per renderci migliori”, ospite Angelina Mango (ingresso libero con prenotazione)

L’evento clou (a chi piace, naturalmente) sarà il doppio “tutto esaurito” di Ultimo allo Stadio San Siro, sabato e domenica, recupero delle date annullate per la pandemia.

Ultimo, hai voluto la bicicletta? E, allora, pedala!

di Diego Perugini

Ultimo, "Colpa delle favole", cover
Ultimo, “Colpa delle favole”

Confesso di essermi un po’ infastidito ascoltando il nuovo cd di Ultimo, “Colpa delle favole”. E ci credo, ironizzeranno i detrattori più maliziosi. In realtà non perché le canzoni fossero così brutte, in fondo trattasi di buone ballate nel solco di una lunga tradizione pop, ma per il costante clima da sfogo lamentoso dei testi. Perché quasi tutto l’album ruota intorno a un concetto: Ultimo ha raggiunto il sogno, cioè il successo, che però non è così tutto rose e fiori come s’aspettava.

La favola, insomma, mostra un’altra faccia. Quella di dover convivere con gli aspetti meno piacevoli e meno artistici del successo, dal dividere tempo e luogo con “gente in cravatta” all’invasione della propria privacy. E, allora, giù geremiadi assortite su bel tempo che fu, quando stava con gli amici e aveva una vita normale, sognando magari di volare via dai casini e dallo stress del quotidiano.

Mi sono detto: ma guarda questo, a 23 anni è ricco, famoso, riempie i palazzetti, le ragazze gli corrono dietro e lui si lamenta se qualcuno gli disturba il pranzo per un selfie. Pensa, allora, a chi sta male davvero, il lavoro non ce l’ha o viene sfruttato. O anche chi, nel nostro piccolo di freelance, si sbatte per una decina di euro (se va bene) a pezzo.

Ultimo, "Colpa delle favole", ritratto
Ultimo, “Colpa delle favole”

Tutte cose che ho pensato d’istinto, a rischio di qualunquismo. Poi, riflettendo con più calma, sono tornato alla logica conclusione che tutto è relativo e ognuno ha le sue rogne, grandi o piccole. E che Ultimo, in fondo, ha tutto il diritto di propinarci le sue paturnie in musica. Piacciano o meno.

Ho cercato di capirne di più nel corso di una breve intervista e il ragazzo m’è parso sincero. M’ha raccontato a voce i suoi dubbi, le sue fragilità, il suo tormento. Sa che, se vuole andare avanti, deve imparare a conviverci. A un certo punto mi dice: “Devo prendere il pacchetto completo, ed è giusto così. Il successo è arrivato da poco, devo abituarmi, ci sto provando, non è facile. Però c’è chi sta peggio. E in confronto ad altri lavori, quel che mi viene chiesto è accettabilissimo. Anche se non mi piace”.

Insomma, un primo passo verso la maturità, la crescita personale, l’accettazione di quel “pacchetto completo” che è il successo, ma anche la vita coi suoi alti e bassi e i suoi inevitabili compromessi. A noi, quando ci si perdeva in inutili capricci, veniva ripetuto il celebre motto: “Hai voluto la bicicletta? E adesso pedala!”. Capito, Ultimo? Daje.

Lo squallore dopo Sanremo

Ultimo, secondo arrivato fra le polemiche a Sanremo 2019
Ultimo, secondo arrivato fra le polemiche a Sanremo 2019

di Diego Perugini

Squallido. E’ l’aggettivo che meglio descrive quanto sta succedendo nel dopo Sanremo. Il giovane Ultimo perde la gara e pure le staffe in conferenza stampa e insulta i giornalisti rei di averlo penalizzato nel voto. La domenica non si presenta in tv e poi rincara la dose su Instagram. Scarso fairplay, a dire poco. Come cantava Shel Shapiro, “bisogna saper perdere”. Piccolissime attenuanti a suo favore restano la verde età, il carattere irruente, la delusione profonda, la sensazione di aver subito un torto. Ma c’è dell’altro, che se venisse confermato sarebbe anche più grave. Alcuni giornalisti avrebbero risposto a tono, anzi di più, rivolgendo al cantante epiteti pesanti durante la conferenza stampa e prima della (mancata) diretta tv dalla Venier. Non solo. Gira in rete un video dove la sala stampa esulta per la mancata vittoria di Il Volo, con lancio di insulti all’indirizzo del trio. Capisco la stanchezza e la tensione dei colleghi, ma il tifo da stadio no. Si può parteggiare (e votare) per uno o un altro artista, ma da dei professionisti mi aspetto sempre un minimo di contegno e di decoro. Lo stesso che mi aspetterei dai professionisti della politica che, invece, anche stavolta stanno dando il peggio di se stessi. Tutto molto squallido. Appunto.