Si parla di Musica! (e non solo)

Mese: Giugno 2021 (Pagina 1 di 2)

The Rider – Il sogno di un cowboy

USA, 2017. Drammatico, 105′. Regia di Chloé Zhao. Con Brady Jandreau. Su RaiPlay.

Western crepuscolare, che racconta il dramma di una giovane stella del rodeo costretta, dopo una brutta caduta, a reinventarsi una vita e a rinunciare (per sempre?) ai propri sogni. Un percorso non facile, fra pochi soldi e problemi familiari, in un’America di bellissimi cavalli e paesaggi mozzafiato, bar scalcinati e anonimi supermercati, gente che ce l’ha fatta e gente ridotta male. Chloé Zhao dirige con bello stile d’autrice, a volte con tratti quasi documentaristici, mentre Brady Jandreau è protagonista assai credibile. Un film lento e intenso, sofferto e sofferente, che richiede una certa empatia allo spettatore. Astenersi fan del disimpegno a tutti i costi.

Riecco i Counting Crows (e scusate il ritardo)!

E' uscito “Butter Miracle Suite One“ dei Counting Crows di Adam Duritz. Quattro canzoni doc in una suite mozzafiato. Con un "corto" da non perdere.
Adam Duritz – Counting Crows. Credit Mark Seliger

D’accordo, lo so, sono in ritardo. Perché “Butter Miracle Suite One“ dei Counting Crows è uscito già da un po’. E per i tempi forsennati che viviamo, in cui tutto si brucia nel giro di pochi secondi, è ormai un disco “vecchio”.

Ma io, al contrario, penso che per la buona musica si possa derogare alla regola (imposta) e prendersela un po’ con calma. Tutto ‘sto pistolotto, insomma, per consigliarvi l’ascolto di questo piccolo grande album, quattro canzoni sole (ma che canzoni!) unite in una “suite” da godere tutta d’un fiato.

Il buon vecchio Adam Duritz, che si rifà vivo dopo ben sette anni, ci ha messo la sua bella voce espressiva al servizio di un rock poetico e variegato, in equilibrio fra ritornelli orecchiabili, riminiscenze springsteeniane, echi glam, radici country-folk e altro ancora.

Con testi che mescolano pubblico e privato, dubbi e risposte, suggestioni e visioni, memorie del passato e riflessioni sul presente, l’esperienza di stare in una band e l’amore per le sette note.

Di tutto e di più in nemmeno venti minuti. E su YouTube c’è pure un cortometraggio ad hoc, un mini-film con tanto di storia e attori, con al centro le nuove canzoni e il loro immaginario. Ottimo.

Il giorno e la notte

Italia, 2021. Drammatico, 99′. Regia di Daniele Vicari. Con Dario Aita, Elena Gigliotti, Barbara Esposito, Francesco Acquaroli, Isabella Ragonese, Matteo Martari, Milena Mancini, Vinicio Marchioni… Su RaiPlay

E’ diventato subito un cult questo strano film, che ricorderemo per lo più perché girato in piena pandemia, con troupe a distanza e attori coinvolti anche nelle riprese e nella scenografia. Storie di interni e di isolamento, rapporti in crisi oppure in divenire, videochiamate a go-go e piccole grandi vicende del quotidiano di ognuno di noi sullo sfondo di un lockdown romano a sorpresa, causato da una potenziale minaccia terroristica. Film corale, per forza di cose assai teatrale. Poteva essere un disastro, invece funziona abbastanza. Anche e soprattutto per il folto (e ottimo) cast.

Separati ma non troppo

Francia, 2017. Commedia, 97′. Regia di Dominique Farrugia. Con Gilles Lellouche, Louise Bourgoin. Su RaiPlay

Da uno spunto di cronaca, il fatto che per ragioni economiche molte coppie separate continuano a vivere sotto lo stesso tetto, arriva questa innocua commediola francese. Al centro troviamo due ex innamorati, immaturi e dispettosi, con un paio di figli al seguito. Tutti insieme (poco) appassionatamente nello stesso appartamento che ha visto nascere (e morire) il loro amore. Seguono disavventure, litigi, ripicche, situazioni farsesche e altro ancora. Si ridacchia qua e là, in un clima leggero e superficiale, senza troppe pretese. Spicca la verve del protagonista, Gilles Lellouche, che ha una marcia in più. E salva la baracca.

Una Vita, Une Vie

Francia, Belgio, 2016. Drammatico, 118′. Regia di Stéphane Brizé. Con Judith Chemla, Jean-Pierre Darroussin. Su RaiPlay

La storia di “una vita” è quella di una donna a inizio ‘800, nella campagna francese. La nostra eroina passa lungo una serie di drammi e traversie, che tengono gli spettatori in ambasce. Il tutto diretto con bello stile e primi piani espressivi, con tanti flashback (che a volte confondono un po’) e un’ottima prova d’attrice. Tratto da un’opera di Maupassant, è un film impegnativo ma meritevole. Certo non il massimo dell’allegria, astenersi in caso di depressione o tristezza.

Un doppio singolo per Van Morrison

Arriva l’estate, con la sua voglia di leggerezza e i tanti (troppi) tormentoni usa-e-getta. Perciò mi piace andare controcorrente e segnalare un bel doppio singolo fuori dal tempo e dalle mode.

Mi piace vincere facile, lo ammetto, perché mi accingo a parlare di Van Morrison, uno dei più grandi. Bene, il Nostro esce con un paio di pezzi tratti dal suo ultimo album, “Latest Record Project: Volume 1”, uscito poche settimane fa.

Roba d’alto (e altro) livello, sonorità vintage e la solita vociona da fuoriclasse. “Up County Down” danza gioiosa su ritmi country-soul, nel racconto di una vita passata on the road tra palco e realtà.

“Where Have All The Rebels Gone?” la butta sul vecchio (ma ancora scintillante) rock’n’roll con qualche spunto polemico già nel titolo sul nostro presente di conformismo e omologazione. “Dove sono andati tutti i ribelli? Non ne trovo più nessuno” arringa Van. Come dargli torto?

Si vive una volta sola

Italia, 2020. Commedia, 100′. Regia di Carlo Verdone. Con Carlo Verdone, Anna Foglietta, Rocco Papaleo, Max Tortora. Su Amazon Prime Video

Una delusione. Questo “Si vive una volta sola” è un Verdone sciapo e prevedibile, volgarotto e scontato. Una commedia che vede un poker di colleghi medici (tre uomini e una donna) fra crisi personali e tanta voglia di goliardia. Il modello alto è “Amici miei”, ma qui siamo molto lontani. Si ride poco e male. E si capisce subito dove la storiella andrà a parare. Dal marasma si salvano solo i quattro protagonisti, ma non basta. Peccato.

Locked Down

Locked Down, Gran Bretagna, 2021. Commedia, 118′. Regia di Doug Liman
Con Anne Hathaway, Chiwetel Ejiofor. Su YouTube

Commedia d’amore in crisi ai tempi del lockdown. Una coppia chiusa in una bella e spaziosa casa londinese fa i conti con se stessa, fra i ricordi di un passato glorioso e un presente insoddisfacente. In più ci si mettono gravi problemi di lavoro (da remoto e non). Una svolta avventurosa servirà a salvare il rapporto? Due ottimi attori al servizio di un film teatrale, con molti dialoghi e qualche rara “uscita” nella Londra deserta che fu. Meglio la prima parte, la seconda vira un po’ troppo sull’improbabile. Comunque buono. E sufficientemente originale.

Rifkin’s Festival

USA, Spagna, 2020. Commedia, 92′. Regia di Woody Allen. Con Wallace Shawn, Gina Gershon, Elena Anaya, Louis Garrel.

Il grande Woody ci parla ancora di sé, delle sue passioni e dei suoi tormenti, attraverso l’ennesimo alter-ego. Qui un ex professore di cinema in crisi esistenziale e sentimentale. Ambientata nel rutilante mondo dei festival cinematografici, in una San Sebastian da cartolina, questa agrodolce commedia viaggia fra sogno e realtà, mescolando tanti ingredienti assai cari al mondo di Allen. La devozione per i vecchi registi europei, l’ipocondria, la psicanalisi, l’amore, la vita e la morte, lo stato del cinema contemporaneo e via continuando. Come sempre ritroviamo ironia e battutine, ma anche malinconia, riflessioni sul tempo che passa e interrogativi sparsi qua e là. Un film lieve e profondo al tempo stesso, denso di citazioni e rimandi. Se non siete cinefili accaniti, potreste non cogliere tutto. Ma, in fondo, poco importa.

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