Si parla di Musica! (e non solo)

Mese: Novembre 2023 (Pagina 1 di 2)

L’ora della verità

"L'ora della verità", recensione film su L'Angolo del Cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini

USA, 2020. Thriller, 95′. Regia di Peter Facinelli. Con Anne Heche, Thomas Jane, Jason Patric.

Bambina viene rapita in modo misterioso in un’area di campeggio. I genitori, insoddisfatti delle indagini, cercano da soli. Non mancheranno sorprese e colpi di scena. Discreto thriller che, al netto di troppe situazioni improbabili, regala comunque qualche momento di buona tensione. Insomma, si lascia vedere. Ma non aspettatevi troppo.

Killers of the Flower Moon

"Killers of the Flower Moon", recensione film su L'Angolo del Cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini

USA, 2023. Drammatico, 206′. Regia di Martin Scorsese. Con Leonardo DiCaprio, Robert De Niro, Lily Gladstone. 

Da una storia vera di prevaricazioni dei “bianchi cattivi” sui “pellerossa buoni” (ma in un contesto diverso e inedito), Scorsese dipinge un affresco lungo e potente, dai mille e uno potenziali livelli di lettura. Bravissimi gli attori, soprattutto Di Caprio e la Gladstone, la regia è da solito fuoriclasse. C’è pure una notevole colonna sonora curata dal compianto Robbie Robertson. Film fluviale e impegnativo, che sfiora le tre ore e mezza. E, nonostante l’indubbio valore, ammetto di averne sentito talvolta il peso. 

Dave Stewart nel nome degli Eurythmics

La nostalgia è una brutta bestia. Che ti spinge ad andare su sentieri battuti alla ricerca del ricordo perduto. E via così.

Lo ammetto. E’ stato quello il motivo che mi ha portato al concerto di Dave Stewart al Dal Verme di Milano, unica data italiana del suo Eurythmics Songbook.

Il pretesto sono i 40 anni dell’album “Sweet Dreams”, una pietra miliare dell’elettropop inglese del periodo.

Vedo che non sono il solo a caccia di un po’ di revival in questa fredda notte meneghina.

In platea noto molta gente sui sessanta, con calvizie e pancetta in surplus. Ma chi se ne frega, come direbbe Fantozzi. L’importante è riportare a casa delle buone vibrazioni.

Stewart per l’occasione ha approntato uno spettacolo di bell’impatto. Pochi effetti speciali, se non un grande schermo sullo sfondo, dove ogni tanto fanno capolino foto d’epoca, lui e Annie, stile “come eravamo”.

Già, Annie Lennox. Lei non c’è. Ed è impossibile sostituirla. E, allora, ecco la trovata di tre voci femminili, una delle quali è la figlia Kaya, che ovviamente non sono all’altezza della divina. Ma, va detto, se la cavano bene.

Così come il resto del folto ensemble, di sole donne, brave e belle, all’insegna di quel “girl power” così caro alla signora Lennox.

Partenza un po’ fiacca, poi ci si scalda e arrivano i bei momenti. Il duello fiati e armonica su “There Must Be An Angel” e quello chitarra e violino fra Dave e l’ospite Rodrigo D’Erasmo in una tempestosa versione di “Here Comes The Rain Again”, forse il meglio della serata.

Arrivano pure una minimale versione di “Thorn In My Side” e una corale, in circolo e acustica, di “When Tomorrow Comes”. Diverse, carine.

Stewart ogni tanto parla di lui e Annie, del loro rapporto d’arte e d’amore, restando saggiamente in equilibrio fra affetto e ironia. E lascia che siano la band, la sua chitarra (sempre precisa ed efficace) e le canzoni a tenere banco.

L’accelerata finale spinge sul ritmo e sui classici, con la platea in piedi a ballare: “Missionary Man”, “Would I Lie To You” e “Sisters Are Doin’ It for Themselves”, inno femminista quanto mai necessario di questi tempi brutti.

Il bis, ovviamente, è quello da cui è partito tutto: l’intro di tastiere e batteria è inconfondibile, quindi sotto con “Sweet Dreams (Are Made Of This)”, fra battimani, cori e danze.

Esco dalla sala col sorriso sulle labbra. E ripenso agli Eurythmics che vidi al Palatrussardi una vita fa. Beh, non proprio la stessa cosa.

Ma è stato bello comunque.

Goodnight Mommy

"Goodnight Mommy", recensione film su L'Angolo del Cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini

USA, 2022. Horror, 91′. Regia di Matt Sobel. Con Naomi Watts, Cameron Crovetti, Nicholas Crovetti. 

Due gemelli fanno visita alla mamma che non vedono da tempo. La trovano cambiata, con una maschera inquietante e un approccio meno affettuoso. Sarà davvero lei o c’è qualcosa sotto? Thriller psicologico sul tema del doppio, risolto però un po’ alla buona. Il ritmo è fiacco, la tensione latita, la sorpresa finale non entusiasma. Remake americano di un acclamato film austriaco.

Spider-Man: No Way Home

"Spider-Man: No Way Home", recensione film su L'Angolo del Cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini

USA, 2021. Supereroi, 150′. Regia di Jon Watts. Con Tom Holland, Zendaya, Benedict Cumberbatch, Marisa Tomei, Jamie Foxx.

L’identità del nostro Uomo Ragno viene rivelata al mondo tutto. E converrà porci rimedio. E’ solo l’inizio dell’ennesima lunga avventura che coinvolgerà una sequela di vecchi e nuovi supereroi, con le problematiche del multiverso a menare le danze. Piacerà ai fan del genere, che hanno ben in testa i personaggi della serie. E troveranno en passant sorpresine dal passato e…dal futuro. Comunque, ben fatto. E spesso avvincente. 

Dogman

"Dogman", recensione film su L'Angolo del Cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini

USA, 2023. Drammatico, 114′. Regia di Luc Besson. Con Caleb Landry Jones, Jojo T. Gibbs, Marisa Berenson. 

Uomo dall’infanzia segnata da terribili maltrattamenti si rifugia nell’amore incondizionato dei cani. E diventerà capobranco di un esercito a quattro zampe. Favola crudele con al centro un protagonista che recita Shakespeare e canta la Piaf. E molto deve al Joker di  Joaquin Phoenix. Besson pigia l’acceleratore sul lato più melodrammatico/emotivo e dirige col suo stile sempre un po’ sopra le righe. Critici divisi, a me personalmente è piaciuto molto. Forse perché sono un cinefilo-cinofilo. 

Il ritorno di Elio e le Storie Tese

Due sere da tutto esaurito agli Arcimboldi per Elio e le Storie Tese. Il ritorno di cari vecchi amici. Ancora maledettamente in forma. Recensione di Diego Perugini per mannaggiallamusica.it
EelST live 2023, foto di Francesca Gaudenzi

E’ stato come ritrovare dei vecchi amici. Di quelli che hai perso di vista da un po’ e rivedi sempre con piacere.

Con la sorpresa di ritrovarli in forma e belli arzilli, nonostante il tempo che passa e le mode che cambiano.

Loro no. Elio e le Storie Tese rimangono quelli di un tempo, con le loro follie “zappiane” e le provocazioni a fior di pelle, gli scherzi musicali e la satira sul pazzo mondo che ci gira intorno.

In questo ”Mi resta un solo dente e cerco di riavvitarlo”, approdato per due sere da “tutto esaurito” agli Arcimboldi, i nostri (di bianco vestiti) raccontano la Terra dei Cachi 2023 con le sue contraddizioni e le sue assurdità.

Come, per esempio, premiare il comico Pucci con l’Ambrogino d’oro: “Noi l’avremmo dato a Mangoni!” ripetono dal palco. E come dar loro torto?

Siamo in teatro e lo spettacolo è, appunto, teatrale.

Quindi fitto di monologhi e introduzioni, canzoni spiegate e siparietti divertiti e divertenti. Si ride spesso e volentieri.

Delle favole surreali in “Uomini col borsello” o della realtà dei “due di picche” che tutti abbiamo collezionato nella sempre strepitosa “Servi della gleba”.

Ma c’è pure la critica sociale di “La follia della donna”, “Storia di un bellimbusto” e “Parco Sempione”, a stigmatizzare una società di smanie modaiole, culto dell’effimero e speculazioni edilizie.

Elio e soci raccontano tutto questo e molto di più, col sorriso sulle labbra e l’assolo in canna, come bravi virtuosi, mentre Mangoni irrompe da par suo con mise improbabili. Il pubblico urla, canta, partecipa.

Così viene voglia di ballare e scatenarsi sul ritmo dance di “Born to be Abramo”, sino alla consueta apoteosi collettiva di “Tapparella”, canzone-manifesto che da tempo immemore conclude le esibizioni del gruppo.

La dannata festa delle medie, l’emarginazione e i desideri frustrati, un sogno finale di libertà e partecipazione. Massì, diciamolo: un capolavoro.

E, allora, una volta di più: “Forza Panino!”.

foto di Francesca Gaudenzi

p.s. il tour prosegue sino al 21 dicembre: qui tutte le date.

Dual – Il clone

"Dual - Il clone", recensione film su L'Angolo del Cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini


USA, Finlandia, 2022. Fantascienza,95′. Regia di Riley Stearns. Con Karen Gillan, Aaron Paul, Beulah Koale.

In un futuro neanche troppo lontano, una donna in fin di vita decide di farsi clonare per prolungare la sua presenza ai suoi cari. Ma qualcosa andrà storto. E sarà battaglia. Fantascienza sui generis, fra dubbi morali, crisi dei rapporti e pessimismo cosmico, a prefigurare un mondo di freddezza e opportunismo. Strano e intrigante. 

“Dallamericaruso – Il concerto perduto”

Ancora pochi giorni e nei cinema uscirà "Dallamericaruso - Il concerto perduto", docu-film che immortala il live newyorchese di Dalla nel 1986. L'anteprima di Diego Perugini per mannaggiallamusica.it

E’ un bel viaggio nel tempo. Un tuffo dove l’acqua è più blu, tanto per citare un altro Lucio leggendario.

Fatto sta che vedere “Dallamericaruso – Il concerto perduto” è davvero una sorta di ritorno al futuro, anche solo per un paio d’ore passate al cinema.

Il film documentario in 4 k, diretto da Walter Veltroni e prodotto da Nexo Digital e Sony Music, sarà nelle sale dal 21 al 23 novembre , con una proiezione speciale il 19 alle 11 al Pop Up di Bologna con ospiti il regista e gli amici di Dalla.

Sul grande schermo ritroviamo le riprese integrali, curate da Ambrogio Lo Giudice, del concerto al Village Gate di New York nel 1986. Un concerto perduto e ritrovato in maniera fortuita da un collezionista presso un rigattiere, quindi tirato a lucido e rimasterizzato grazie ai miracoli della tecnologia moderna.

Il film è diviso in due parti.

La prima racconta la genesi di “Caruso”, l’inedito che mancava al disco originale. Un brano, forse il più noto di Dalla, nato per uno strano scherzo del destino, con la barca in panne nel golfo di Sorrento e l’artista costretto a fermarsi in un lussuoso hotel locale.

Per combinazione gli venne data proprio la stanza che fu del grande tenore e da lì il magico gioco dell’ispirazione fece il resto.

Veltroni torna sul “luogo del delitto” con i testimoni d’epoca (la cantante Angela Baraldi in primis) e rievoca in modo romantico/nostalgico la suggestiva vicenda.

Poi, col trait d’union di una scena emblematica di “La leggenda del pianista sull’oceano” di Tornatore, si passa al sogno americano, un live in un piccolo e nobile club, dove già s’erano esibiti jazzisti fuoriclasse. E comincia la festa.

Lucio e la band sono carichi, giovani e pimpanti. E il repertorio è di quelli immortali, incentrato per lo più sui due album best-seller di fine ‘70. I titoli sono storici: “L’ultima luna”, “La sera dei miracoli”, “Stella di mare”, “L’anno che verrà” e via così.

Il bello è vedere il divertimento sul palco: il gruppo ci dà dentro con vigore, mentre Lucio improvvisa, gioca con la voce, cambia o dimentica le parole.

Le canzoni sono quelle, ma gli arrangiamenti sono più liberi e selvaggi, il che è un valore aggiunto da non sottovalutare. Complice un audio sorprendentemente buono, se si pensa all’età non proprio verde delle registrazioni.

Insomma, sei lì sulla sedia e ti vien voglia di cantare.

Che, poi, è quello che Veltroni si augura: cinema pieni di fan, vecchi e nuovi, tutti insieme appassionatamente in un festoso karaoke.

A riscoprire, se ce n’era bisogno, un repertorio ancora maledettamente attuale, a cui negli anni in tanti (troppi?) si sono abbeverati in abbondanza.

Ma senza mai, naturalmente, eguagliare l’originale.

p.s. Il concerto sarà disponibile in un album, “Dallamericaruso – Live at Village Gate, New York 23/03/1986” (Sony Music), da lunedì 20 novembre in digitale e dall’1 dicembre in formato doppio cd, doppio vinile nero, lp in versione colorata (in esclusiva per il Sony Music Store) e in Dolby Atmos.

Barbarian

"Barbarian", recensione film horror su L'Angolo del Cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini

USA, 2022. Horror. 102′. Regia di Zach Cregger. Con Georgina Campbell, Bill Skarsgård, Justin Long. Su Prime Video.

Una ragazza arriva di notte, sotto una pioggia torrenziale e in uno squallido quartiere alle porte di Detroit, e trova l’appartamento prenotato con AirBnB già occupato da uno strano coetaneo. Sarà l’inizio di una storia dai risvolti sorprendenti. Inquietante e spiazzante horror che gioca bene con tensione, ambiguità dei personaggi, colpi di scena, cambi temporali e di registro. Per gli appassionati del genere, una gustosa sorpresina. 

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