Si parla di Musica! (e non solo)

Mese: Dicembre 2021 (Pagina 1 di 2)

A Beautiful Day

"A Beautiful Day", recensione film su L'angolo del cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini.

USA, 2017. Drammatico 95′. Regia di Lynne Ramsay. Con Joaquin Phoenix. Su RaiPlay.

Disturbante thriller psicologico, cupo e violento, con protagonista un veterano di guerra con turbe infantili. Di mestiere il nostro “eroe” (un inquietante e silenzioso Joaquin Phoenix) cerca ragazze scomparse per sottrarle a giri di prostituzione. Si troverà coinvolto in un pericoloso complotto. Lento e un po’ confuso, fra flashback e motivazioni lasciati all’intuito dello spettatore, sembra a tratti un “Taxi Driver” in tono minore. Un po’ compiaciuto anche il bello stile d’autore della regista.

Ritratto della giovane in fiamme

"Ritratto della giovane in fiamme", recensione film su L'angolo del cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini.

Francia, 2019. Drammatico, 120′. Regia di Cèline Sciamma. Con Adèle Haenel, Noémie Merlant.

Storia di un amore al femminile nella Francia di fine 1700. Fra una ragazza da poco uscita da un convento (e destinata a un matrimonio combinato) e la pittrice che la deve ritrarre. Opera lenta e curata nei minimi dettagli, con giochi di sguardi e palpiti del cuore, spirito femminista e due attrici in stato di grazia. Musiche quasi inesistenti, ma che quando entrano colpiscono duro. Come nello struggente finale.

Thunder Road

"Thunder Road", recensione film su L'angolo del cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini. Esclusiva RaiPlay

USA, 2018. Commedia, 91′. Di e con Jim Cummings. Esclusiva RaiPlay

Il titolo si riferisce alla famosa canzone di Bruce Springsteen (che nel film non si sente mai) e al suo messaggio di fuga in cerca di un mondo migliore. Al centro c’è la figura di un poliziotto in crisi, bastonato dalla vita, che cerca disperatamente di restare a galla. Non sarà facile. Prova d’autore/attore totalizzante di Jim Cummings, a volte un po’ sopra le righe, ma sincero in questo racconto in equilibrio fra dramma e commedia. Avvertenza: i primi minuti (un elogio funebre sui generis) sono davvero particolari. Ma spiegano già molto.

Coco

"Coco", recensione del cartoon Pixar su L'angolo del cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini.

USA, 2017. Animazione, 109′. Regia di Lee Unkrich, Adrian Molina.

Colpevolmente trascurato (da me), ho visto per la prima volta su RaiTre questo splendido cartoon Pixar d’atmosfera messicana, uscito oltre quattro anni fa. Racconta di vita e di morte, amore per la musica, legami di famiglia e avventure ultraterrene. Visionario, psichedelico, divertente e commovente. Non solo per bambini, anzi. Un gioiellino.

Come un gatto in tangenziale- Ritorno a Coccia di Morto

Come un gatto in tangenziale- Ritorno a Coccia di Morto. Recensione film Su L'angolo del cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini.

Italia, 2021. Commedia, 110′. Regia di Riccardo Milani. Con Paola Cortellesi, Antonio Albanese. 

Secondo capitolo della commedia di successo con Cortellesi e Albanese. Il tema rimane lo stesso: il divario fra ricchi e poveri (sociale, culturale ed economico) con l’aggiunta di vari personaggi di contorno, piccoli camei e scenette divertenti. Si sorride e si riflette in un film dal ritmo veloce e ben interpretato. Leggero ma non stupido. Anzi.

Tanti Auguri!!!

Son tempi duri, quindi conviene prenderla così (senza farne un dramma) e guardare avanti. Più o meno fiduciosi.
Non è facile però ci si prova…
Quindi, auguri a tutti di Buon Natale e di uno spumeggiante (massì, esageriamo) 2022!

Le canzoni di Natale 2021

Ecco le canzoni di Natale 2021. Da Elton John con Ed Sheeran agli Abba, da Lamborghini a Il Pagante. Ma il meglio ce lo regala Norah Jones. Di Diego Perugini per mannaggiallamusica.it

Diciamola tutta: le canzoni di Natale spesso non sono granché. Sdolcinate, già sentite, un po’ false. Alcune entrate nell’immaginario collettivo (la sempiterna “All I Want from Christmas” di Mariah Carey), altre finite subito nel dimenticatoio.

Per l’anno di grazia 2021 in prima fila ci sono due assi del pop come Elton John ed Ed Sheeran con “Merry Christmas”, titolo che non brilla certo per originalità. Il pezzo, poi, è leggero, ritmato e melodico, con un allegro video sul tema e un testo che rilancia un messaggio di speranza per questi tempi bui. Gradevole, seppur non entusiasmante.

Gli Abba rispondono con “Little Things”, uno dei pezzi più deboli del loro ultimo disco: una ballata assai mielosa sulle piccole gioie della vita, come il calore familiare la mattina di Natale. Più interessante (e furbo) il video, che in qualche modo tiene desta l’attenzione sul tour cibernetico a venire del gruppo svedese.

Canzone a rischio diabete per il troppo zucchero, insomma, che salviamo per l’intento benefico: i proventi derivanti dalla vendita del singolo saranno infatti destinati all’Unicef.

In Italia siamo messi peggio. Elettra Lamborghini se n’è uscita con “A mezzanotte”, una canzoncina tutta ammiccamenti sexy e innocui doppi sensi su una melodia che ricorda “Non succederà più” di Claudia Mori. Il video è un tripudio di color rosso, scenografie natalizie e sponsorizzazioni assortite. Così è, se vi pare.

La buttano apertamente sul trash quelli di Il Pagante con Lorella Cuccarini: “Un pacco per te” gioca con le ambiguità del titolo e i luoghi comuni di stagione su una base disco tipo “unz unz” che si apre a un ritornello molto orecchiabile (e già sentito). Almeno il video è simpatico, diviso fra l’allegra frenesia di New York e la nostra malinconica Milano, due facce dei diversi umori natalizi.

Meglio la tenue delicatezza, con coloriture brasiliane, di Gaia nella sua versione di “What Christmas Means to Me”, in esclusiva per Amazon Music: l’originale di Stevie Wonder è inarrivabile, ma la cover della cantante italo-brasiliana si lascia apprezzare.

Ma se volete alzare l’asticella (e di molto), uscite dai confini tricolori e puntate su una fuoriclasse come Norah Jones e il suo “I Dream Of Christmas”, collezione di classici e inediti nel suo stile morbido e suadente fra canzone d’autore, jazz, blues, gospel e soul.

Siamo su un altro livello. E si sente. Se, poi, avete una mezz’oretta di tempo, godetevi il suo live natalizio in vetta all’Empire State Building (qui sotto il link).

Da brividi. E non solo per il freddo in alta quota.

“Meu Coco” di Caetano Veloso (finalmente in cd)

Esce finalmente in cd "Meu Coco" di Caetano Veloso.  Un album elegante e intrigante realizzato da un gigante della musica, quasi 80enne.  Di Diego Perugini per mannaggiallamusica.it
Caetano Veloso, foto di Aline Fonseca

L’abbiamo già abbondantemente ascoltato in digitale, ma ora “Meu Coco” di Caetano Veloso esce finalmente in cd.

Ed è l’occasione buona per tornare a parlare di questo album elegante e intrigante, realizzato da un artista ormai vicino agli 80anni, ma dallo spirito ancora giovane e combattivo.

In scaletta troviamo 12 pezzi dalle atmosfere variegate, a volte scarne a volte languide, con arrangiamenti ricercati e orchestrazioni di rango, la tradizione di samba, bossanova e fado, memorie del tropicalismo, percussioni in gran spolvero, un pizzico di sperimentazione e contaminazioni assortite.

Con testi che mescolano pubblico e privato, fra critica socio-politica, fiotti di ironia e speranze di un futuro migliore assieme a racconti personali d’amore a 360 gradi.

La voce di Caetano, sempre limpida e suggestiva, ci guida in questo viaggio nella sua testa (“meu coco”, appunto), da assimilare con calma e senza fretta.

Disco notevole, insomma, se non si fosse ancora capito.

Pensateci adesso che vien Natale coi suoi regali.

Il sale delle lacrime

"Il sale delle lacrime", recensione film su L'angolo del cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini. Su RaiPlay


Francia, 2020. Drammatico, 100′. Regia di Philippe Garrel. Con Logann Antuofermo, Oulaya Amamra, André Wilms, Louise Chevillotte, Souheila Yacoub. Su RaiPlay

Regista di culto, fedele a un elegante b/n, Garrel ci regala un racconto d’amore a più dimensioni, con al centro un ragazzotto bello, egoista e immaturo alle prese con più donne e un saggio papà. Fra echi di Rohmer, dialoghi minimali, intensità di sguardi e palpiti del cuore, un film fascinoso e profondo al tempo stesso. Con attori perfettamente calati nella parte. Edizione originale con sottotitoli.

“L’ultimo girone” dei Litfiba

Ultimo valzer per i Litfiba. Anzi, "Ultimo girone", titolo del tour d'addio della band di Piero e Ghigo, dal prossimo aprile in tour. Di Diego Perugini per mannaggiallamusica.it
Litfiba, foto di Riccardo Piccirillo

Stavolta nemmeno Elio e le Storie Tese riusciranno a far loro cambiare idea. Perché i Litfiba hanno deciso di chiudere per davvero, dopo 40anni e passa di rock. Lo faranno con un tour in grande stile dal titolo emblematico, “L’ultimo girone”, che girerà i club della penisola dal prossimo aprile (qui le date).

Piero e Ghigo lo annunciano con la serenità di chi da questa avventura ha avuto tanto. Si dichiarano “felici, appagati, senza rimpianti”. E chiudono perché “ogni cosa ha una fine” e non vogliono restare “attaccati alle poltrone come i politici”. I tempi son cambiati, insomma, e il loro l’hanno fatto.

Così davanti ai giornalisti divagano e si dilungano lasciandosi andare ai ricordi: gli inizi in una cantina, i tour sui furgoni scalcagnati, la gavetta dura, le difficoltà, i concerti in giro per il mondo, il successo, le denunce, le critiche, i litigi, le riconciliazioni. E tanto divertimento.

Rivendicano con orgoglio l’attualità di tanti temi e soggetti affrontati in tempi non sospetti, dalla difesa della diversità alla critica socio-politica. E la curiosità che ci hanno messo nella musica, tanto da non aver mai fatto “un disco uguale all’altro”.

La scaletta del loro “ultimo valzer” sarà ottima e abbondante, con una settantina di brani da cui scegliere. E ogni sera diversa per almeno un terzo dei pezzi. In più tanti ospiti, a partire dai vecchi compagni di band Gianni Maroccolo e Antonio Aiazzi.

Poi ognuno per la sua strada, che magari potrà incrociarsi ancora. Mai più Litfiba, però. “Ma la nostra musica rimarrà sempre”, spiegano. E, forse, va bene così.

« Articoli meno recenti