Si parla di Musica! (e non solo)

Mese: Luglio 2021 (Pagina 1 di 2)

Brooklyn

Irlanda, Gran Bretagna, 2015. Melodramma, 113′. Regia di John Crowley. Con Saoirse Ronan.

Melodramma al femminile ambientato negli anni 50. Una ragazza irlandese, semplice ma tosta, cerca una vita migliore negli Usa. La trova, ma il richiamo delle radici si farà sentire. Film di sentimenti, passione e determinazione, scelte difficili e voglia di emancipazione. Un po’ schematico, ma comunque avvincente, ben diretto e fotografato come si deve. Ottima la protagonista, Saoirse Ronan, la sceneggiatura è dello scrittore Nick Hornby.

Timecrimes

Spagna, 2007. Fantascienza, 92′. Regia di Nacho Vigalondo. Con Karra Elejalde. Su RaiPlay.

Se avete voglia di un film un po’ diverso, rompicapo ma fascinoso, lo spagnolo “Timecrimes” fa per voi. E’ la storia di un tranquillo uomo di mezza età che si trova invischiato in un complesso gioco di salti temporali e realtà più o meno parallele. E cerca disperatamente di venirne fuori. Fantascienza? Sì, ma low budget e senza effetti speciali. Un loop cerebrale, grottesco e kafkiano, che avvince e confonde. Sino al finale aperto, che lascia addosso non pochi interrogativi.

Dylan, McCartney, Rolling e gli altri: i grandi vecchi del rock (che non mollano mai)

I grandi vecchi del rock non mollano. Come i Rolling Stones, di nuovo live da settembre negli Usa.

Saranno pure dinosauri fuori dal tempo, eppure i nostri grandi vecchi del rock hanno ancora qualcosa da dire. E lo dicono benissimo.

Bob Dylan, per esempio, con “Shadow Kingdom” ha dato un esempio di cosa vuol dire creare un evento in streaming. Non il solito concerto, ma qualcosa di più. Un piccolo film dallo stile originale e inusuale, con cui dare ancora più lustro a una manciata di canzoni doc, lasciando da parte molti dei classici più noti.

Lo stesso Dylan, il 17 settembre, pubblicherà “Springtime In New York” (1980-1985)”, sedicesimo capitolo della serie Bootleg, con tanti inediti che faranno la gioia dei fan.

Restando sulla stretta attualità, ecco un paio di dischi di classe da due storici “eroi” della canzone d’autore americana: Jackson Browne con “Downhill from Everywhere” e David Crosby con “For Free”.

Due bei lavori, intensi e poetici, con cui ovviare all’orgia di “musica leggerissima” della stagione più calda dell’anno.

L’infaticabile Paul McCartney ha appena sfornato l’innovativo video di “Find My Way” (feat. Beck), in cui grazie agli effetti speciali di Hyperreal Digital sembra tornato il Beatle con frangetta anni 60.

E mentre Bruce Springsteen ha scritto un libro assieme all’ex presidente Usa Barack Obama, “Renegades: Born in the U.S.A”, in uscita il 26 ottobre, i Rolling Stones annunciano per settembre il ritorno live negli States col loro “No Filter” tour.

Può bastare?

Franklyn

Recensione del film "Franklyn" in L'Angolo del Cinefilo. Su mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini

Francia, Gran Bretagna, 2008. Drammatico, 98′. Regia di Gerald McMorrow
Con Eva Green, Jay Fuller. Su RaiPlay

E’ una strana opera, in cui quattro storie parallele di infelicità umana trovano alla fine un macchinoso punto d’incontro. In mezzo tanti ingredienti: dramma, mistero, amore, rapporti familiari, male di vivere, teoremi filosofici e, persino, fantascienza d’azione. Se si sta al gioco e non ci si perde nei meandri nella narrazione, il film risulta alla fine intrigante. Perché breve, conciso, ben girato, ricco di atmosfera. E con più di un colpo di scena.

Un’estate coi Beach Boys

Il prossimo 30 luglio uscirà in vari formati “Feel Flows: The Sunflower & Surf’s Up Sessions 1969-1971”, cofanettodei Beach Boys.

Ci si potrebbe passare tutta l’estate. Perché questa “nuova” uscita dei Beach Boys è ottima e abbondante, in pratica 135 canzoni.

Il prossimo 27 agosto uscirà in vari formati “Feel Flows: The Sunflower & Surf’s Up Sessions 1969-1971”, cofanetto che comprende versioni rimasterizzate di album di culto come “Sunflower” e “Surf’s Up”, e ben 108 tracce inedite fra registrazioni dal vivo, radio promo, versioni demo, strumentali, alternate e a cappella. Per chi ama il genere, una goduria.

Siamo nel periodo post “Pet Sounds”, ovvero i Beach Boys della maturità, meno spensieratezza surf e più riflessioni esistenziali. Uno dei momenti migliori di Brian Wilson e soci, al di là del successo commerciale.

L’ascolto di questi brani mette addosso un misto di gioia, nostalgia, piacere ed emozione. L’elenco dei gioiellini in scaletta è lungo e invitante: “Forever”, “Surf’s Up”, “Til I Die”, “Our Sweet Love”, “This Whole World” e molti altri.

Il miglior pop di sempre (o giù di lì). E, poi, che estate sarebbe senza i “ragazzi di spiaggia”?

Ultras

Italia, 2020. Drammatico, 100′. Regia di Francesco Lettieri. Con Aniello Arena. Su Netflix

Viaggio nel mondo degli ultras del calcio partenopei, tra vecchie e nuove fazioni, rivalità accese e voglia di far casino. C’è il gruppo, ma ci sono anche le singole vite private, coi vari problemi e speranze. Al centro un capo cinquantenne diviso fra l’appartenenza e il desiderio di rifarsi una vita. Cosa sceglierà? Lettieri racconta tutto con bello stile (un po’ alla “Gomorra”, per capirci), con un uso accorto delle musiche, Liberato in primis. Film tosto, duro, realistico e senza sconti, non senza qualche scorcio poetico e la presenza purificatrice del mare. Per chi non è del luogo, un po’ ostica la comprensione del dialetto. Ottimi attori.

Metti una sera (live) con LRDL

FOTO LIVE MYM TOUR – ph Silvia Cingano

Che ci abbia ripreso gusto?

Sono tornato al Carroponte, in una sera di una strana estate, dove non fa caldo ma anzi un golfino di cotone aiuta a stare meglio. Ci sono andato per curiosità. Perché non avevo mai visto in concerto La Rappresentante di Lista.

Conoscevo già questa atipica “queer pop band” (parole loro), che gioca con la commistione di stili e generi, rivendicando libertà assoluta. Di suoni, di scelte, di identità.

A loro modo icone della comunità LGBT e dintorni, richiamano nello spazio post-industriale di Sesto San Giovanni un pubblico eterogeneo, colorato e festoso. E giovane assai. Tutti vogliosi di ballare, cantare e far casino, non fosse che per le ferree misure di sicurezza anti-Covid.

Spiace, ma tocca star zitti e buoni. E “mascherati”.

Sul palco, per questo “My Mamma Tour”, la strana coppia Veronica e Dario si presenta con band al seguito. E l’impatto ne guadagna. In un’ora e mezzo ecco un mini-show a tutti gli effetti, pur senza grandi schermi ed effetti speciali. Ma con abiti glam, ballerine e coreografie, giochi di luce, ritmo spedito. Persino un piccolo omaggio a Raffaella Carrà.

Come far spettacolo con intelligenza, insomma.

Aiutati dal fatto di avere una front-woman di magnetica presenza e, soprattutto, dalla voce potente e prodigiosa, una specie di Arisa in salsa “indie” con un pizzico di Carmen Consoli, se mi passate gli arditi paragoni.

Ma il tutto sarebbe inutile (o quasi) se non ci fossero le canzoni. E, invece, no. Ci sono, eccome. Anche qui senza limiti e confini, fra elettropop, rock, dance, cantautorato, ballate.

Racconti di vita e di emozioni, come nel ritornello avvincente del piccolo vecchio classico “Maledetta tenerezza”, nel recitativo resiliente di “Resistere” o nell’impeto esistenziale di “Amare”, portata con successo all’ultimo Sanremo e accolta dal boato più sincero.

Fino alla danza liberatoria dell’ultimo singolo “Vita”, inno contemporaneo a una felicità sempre più difficile. Sempre più necessaria. Bravi.

LRDL_ph-Manuela-di-Pisa

Black Widow

USA, 2021. Supereroi, 133′. Regia di Cate Shortland. Con Scarlett Johansson.

Filmone Marvel con al centro la spia-eroina impersonata da una brava Scarlett Johannson. Lungo e un po’ complesso, se non conoscete gli altri episodi della saga, ma a tratti intrigante e con più di un sottotesto femminil-femminista. Fra dramma, memorie dolorose, legami di sangue (e non), desiderio di vendetta e squarci di ironia, a trionfare sono azione, combattimenti ed effetti speciali. Sin troppo fracassoni nella parte finale. Ma il kolossal regge e non deluderà gli appassionati del genere. E occhio allo “spoiler” post titoli di coda.

Quelli che mi vogliono morto

USA, Canada, 2021. Thriller, 100′. Regia di Taylor Sheridan. Con Angelina Jolie, Nicholas Hoult. Su YouTube

Western contemporaneo dal sapore thriller, “Quelli che mi vogliono morto” va subito al punto: l’azione e la tensione. Diretto da un regista e sceneggiatore di culto come Taylor Sheridan, si snoda avvincente tra varie storie e scenari mozzafiato. Il complotto, i killer, il bambino in fuga, una vigilessa del fuoco divorata dal rimorso, il poliziotto buono e la sua tostissima moglie, la potenza distruttiva degli incendi nella natura bellissima e selvaggia del Montana. Breve e tirato, il film spiega poco ma offre tanto. Suspense a go-go, per esempio. E una rediviva (e convincente) Angelina Jolie.

Oddio, sono tornato a vedermi un concerto!

I Coma_Cose al Carroponte di Sesto San Giovanni per il "Nostralgia Tour".

Dove eravamo rimasti?

Ah sì. A un periodo in cui uscire e vedersi un concerto era una piacevole normalità, una dolce routine spazzata via da quel che sappiamo. Ma prima o poi si doveva riprendere. E l’ho fatto anch’io.

A piccoli passi, in un luogo amico e vicino casa, il vecchio Carroponte. E con un live senza fronzoli e senza troppe pretese, di un duo che mi è sempre stato simpatico, i Coma_Cose, in giro per l’Italia col “Nostralgia Tour” (qui date e biglietti).

Superato il primo imbarazzo, è stato come riprendere ad andare in bicicletta. Ti ci (ri)abitui subito. Senti il calore della gente, le risate, gli applausi. La musica che arriva forte (ma non troppo) dalle casse, quelli sul palco che si danno da fare, un clima di distensione, di voglia di non pensarci più su.

Roba che ti fa passare oltre anche ai soliti maleducati, tipo quelli che parlano a voce alta, che si muovono avanti e indietro a prendere le birre, che sfumazzano una sigaretta dietro l’altra. O quelli, che mai capirò, che vanno ai concerti e chiacchierano per tutto il tempo col compagno/a di sedia.

Certo, c’è qualcosa di diverso. Meno gente, perché di più non si può. I vuoti obbligatori fra una sedia e l’altra. E quelle mascherine un po’ su e un po’ giù, perché è dura tenersi una ffp2 per due ore. E, poi, come fai a cantare?

I Coma_Cose hanno fatto il loro dovere. Già erano un piccolo cult prima di Sanremo, ma dopo il festival i loro fan sono aumentati esponenzialmente.

Lo capisci perché quando fanno “Fiamme negli occhi”, arrivata nelle retrovie della classifica finale, la platea si incendia (scusate, non ho resistito al gioco di parole). Tanto da risuonarla voce e chitarra come ultimo bis.

Un’ora e un quarto di live, il loro, con band sullo sfondo e tanti piccoli grandi inni di vita quotidiana (e metropolitana). Milano al centro, le sue vie, i suoi bus e i suoi locali, graffi rap e carezze melodiche, le voci di Fausto Lama e California che si alternano e si amalgamano.

In mezzo tanto romanticismo (mai stucchevole), briciole di malinconia e tanta energia, i dubbi e le difficoltà di crescere, la voglia di vivere.

Le canzoni le conoscono tutti e tutti le vogliono cantare: “Granata”, “Mancarsi”, “Beach Boys distorti”, “Squali”, “Anima Lattina”. E via così.

Si esce col sorriso sulle labbra, più distesi e rilassati. Ed è già qualcosa.

Forse un nuovo inizio.

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