Si parla di Musica! (e non solo)

Mese: Ottobre 2022 (Pagina 1 di 2)

Tre giorni e una vita

"Tre giorni e una vita", recensione film su L'angolo del cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini.

Francia, Belgio, 2019, Drammatico. 120′. Regia di Nicolas Boukhrief. Con Sandrine Bonnaire, Charles Berling, Margot Bancilhon. Su RaiPlay.

E’ un giallo, quindi dirò pochissimo della trama. Se non che si parla della sparizione di un bimbo in un paesino belga: un fatto che provocherà negli anni pesanti ripercussioni sui personaggi coinvolti e su tutta la comunità. Noir avvincente e ricco di suspense, pur senza scene efferate e jump scare. Si lavora più sulla psicologia, sul fato avverso, sulle circostanze che cambiano le vite e le scelte di vita. E anche il finale non delude. Attori ottimi con citazione di merito per Sandrine Bonnaire.

Too old to rock ’n’ roll (too young to die)

Sono andato al concerto dei Muse all'Alcatraz. Un casino di gente e di entusiasmo.  E ho capito che sono troppo vecchio per il rock'n'roll. Di Diego Perugini per mannaggiallamusica.it

L’altra sera ho capito che sto proprio invecchiando. Sono andato a un concerto in un club e mi sono stancato. Troppa gente, troppo sbattimento e visuale al minimo (per uno piccolino come me).

Morale: mi sono goduto poco di un live energico e molto rock, quello dei Muse all’Alcatraz per capirci, mentre il pubblico intorno a me dava fuori di matto. Ancor più, per quanto sono riuscito a vedere, quelli sotto il palco, che saltavano e pogavano come se non ci fosse un domani.

Lo confesso: un po’ ho invidiato tutta quell’euforia giovanile, quella voglia di vivere e far casino. Sono rimasto fino alla fine, ma ho fatto fatica. E sono tornato a casa un po’ malinconico, come quando capisci che certe situazioni non fanno più per te.

E’ vero, da sempre preferisco i luoghi in cui riesci a vedere e ascoltare i concerti in un modo più tranquillo, ma l’altra sera ne ho avuto la spietata conferma.

Basta club affollati, insomma, d’ora in poi solo teatri comodi e accoglienti. Magari già agli Arcimboldi con James Taylor.

Uno che, se permettete, è un bel po’ più vecchio di me.

Z vuole giocare

"Z vuole giocare", recensione film su L'angolo del cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini.

Canada, 2019. Drammatico, 83′. Regia di Brandon Christensen. Con Keegan Connor Tracy, Jett Klyn.

Ennesima variazione sul tema horror di case infestate e bambini posseduti, con molte situazioni già viste e riviste. Questo film, semmai, ha la marcia in più di un’attrice bene nella parte e di una tensione che rimane costante sino alla fine. Meno bene, invece, i personaggi di contorno, mentre il “babau” di turno (alla Babadook, per capirci) fa abbastanza paura.

Mina (e non solo) in alta fedeltà

E' online pdumusic.com, nuova avventura della casa discografica di Mina. In vendita in esclusiva vinili doc per audiofili e collezionisti.

Non solo mp3, streaming e musica in bassa fedeltà. C’è chi dice no al degrado sonoro di questi tempi e rilancia la voglia di prodotti fatti bene, con cura certosina.

E’ un po’ questo il senso della nuova avventura della PDU, la storica etichetta di Mina. Un sito, pdumusic.com, che vende in esclusiva solo vinili d’alta qualità a tiratura limitata. E con musica prodotta utilizzando apparecchiature tecnologiche vintage e analogiche.

Una proposta rivolta per lo più a collezionisti incalliti e audiofili impenitenti, fortemente voluta dal figlio della “tigre di Cremona”, Massimiliano Pani, appassionato d’alta fedeltà.

Scorrendo le pagine del canale, troviamo un catalogo con svariati titoli della padrona di casa, come “Dilettevoli eccedenze” (una raccolta di rarità, facciate b e inediti) e il disco in spagnolo “Encadenados” degli anni ‘90.

“E anche i nuovi lavori di Mina usciranno solo qui”, garantisce Pani, annunciando un disco di inediti in arrivo a gennaio.

Ma nella sezione “shop” ci sono anche titoli di Ivano Fossati, Domenico Modugno e Sergio Caputo, sino alla novità di “Tre x Una” – Fortissimo” del trio jazz Rea, Golino e Moriconi.

Prezzi: 39 euro ad album (69 i doppi).

Per chi, poi, possiede ancora i vetusti Revox, ci sono addirittura i nastri analogici, che costano 500 euro ciascuno.

Ma non di sola retromania si tratta: in catalogo ci sono pure degli Nft, opere digitali che per molti rappresentano il futuro del collezionismo.

Insomma, gioiellini di nicchia per un pubblico esigente (e danaroso) che non s’accontenta dei suoni usa-e-getta tanto in voga. E ama tenersi in casa un oggetto fatto come si deve.

Come non si usa (quasi) più.

p.s. Per i super appassionati di Mina, è uscito il numero di autunno della lussuosa rivista pubblicata dal www.minafanclub.it con articoli, retrospettive, foto e un ampio spazio dedicato a pdumusic.com.

E noi come stronzi rimanemmo a guardare

"E noi come stronzi rimanemmo a guardare", recensione film su L'angolo del cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini.


Italia, 2021. Commedia, 108′. Regia di Pierfrancesco Diliberto. Con Fabio De Luigi, Ilenia Pastorelli, Pierfrancesco Diliberto.

Commedia distopica firmata Pif, che racconta di un futuro (?) fatto di algoritmi, lavoro disumano, solitudine, tecnologia e “grande fratello”. Al centro la storia di un manager cinquantenne licenziato che si ritrova a fare il rider fra mille difficoltà: troverà sostegno in un ologramma al femminile. Film dalle tematiche ambiziose (e sin troppo didascalico) che mescola satira, denuncia, sprazzi tragicomici, surrealtà e sentimentalismo. Troppa carne al fuoco. E a fine visione si resta un po’ perplessi.

I Pink Floyd a Pompei secondo Max Gazzè

Ci vuole molto coraggio (come cantavano gli Ex-Otago) ad affrontare il mito Pink Floyd. Ancor di più in un luogo simbolico come Pompei, dove la band inglese diede vita a un film-concerto entrato di diritto nella storia del rock. E, di rimando, nei nostri cuori.

A cinquant’anni da quell’evento, venerdì 21 alle 20.30 si svolgerà “Pompeii Echoes”, un omaggio che vedrà Max Gazzè (direttore artistico) e un pugno di ottimi musicisti riproporre repertorio e atmosfere del leggendario gruppo proprio nella stessa superba sede.

Nello specifico assieme al baffuto bassista romano suoneranno: Duilio Galioto alle tastiere, Daniele Fiaschi e Federico Ciancabilla alle chitarre, Cristiano Micalizzi alla batteria, Max Dedo a fiati, chitarre e cori, Greta Zuccoli e Ilaria Graziano ai cori.

Il comunicato stampa descrive l’appuntamento come “un’esperienza immersiva unica e senza precedenti, generando suggestive interazioni tra la performance musicale, la scenografia e l’atmosfera magica del luogo grazie alle più avanzate tecnologie digitali”.

Per ora non ci resta che credere sulla parola. E sperare che l’ardito cimento sia all’altezza. Perché Max Gazzè è di certo uno bravo e coscienzioso e ha garantito che tratterà la materia con “religiosa devozione”.

Però trattasi sempre di sfida da far tremare le vene e i polsi. Con rischi assortiti di fare figuracce.

In ogni caso, il concerto sarà fruibile sia in presenza, con prenotazione obbligatoria su ticketone, sia in live streaming gratuito sulla piattaforma digitale ItsART e su Rai Radio2.

Io, per non saper né leggere né scrivere, mi sono già prenotato.

Poi, come si usa dire, chi vivrà vedrà.

Una intima convinzione

"Una intima convinzione", recensione film su L'angolo del cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini.

Francia, 2019. Drammatico, 110′. Regia di Antoine Raimbault. Con Marina Foïs, Olivier Gourmet.

Ispirato a un noto caso giudiziario francese, ecco un legal-thriller molto sui generis, che riflette sulle contraddizioni del sistema giudiziario e sulla pericolosa virulenza dei media. Al centro una donna volitiva che conduce una battaglia per scagionare un uomo accusato (più volte) di uxoricidio. Ottimi attori, trama intrigante, stile asciutto. Non male.

Little Joe

"Little Joe", recensione film su L'angolo del cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini.

Austria, Gran Bretagna, Germania. 2019, Drammatico, 100′. Regia di Jessica Hausner. Con Emily Beecham, Ben Whishaw. Su Amazon Prime Video.

Opera strana e stranita, che guarda a certa fantascienza distopica. Al centro una nuova pianta creata in laboratorio che regala sensazione di benessere. Ma a quale prezzo? Lo capirà a sue spese la giovane responsabile del progetto. Fra citazioni cinematografiche (“L’invasione degli ultracorpi” su tutti), gran lavoro cromatico, colonna sonora curatissima e stile algido, ne esce un film lento e inquietante, con vari livelli di lettura. Interessante, forse un po’ pretenzioso. E, alla lunga, non del tutto convincente.

Sarah Jane Morris canta i Beatles. Col Solis String Quartet.

Sarah Jane Morris canta i Beatles assieme al Solis String Quartet nell'album "All You Need Is Love". Da stasera a domenica live al Blue Note.

L’idea di un disco di cover dei Beatles non è esattamente un capolavoro di originalità. Perché lo storico repertorio dei fab four è stato ripreso in lungo e in largo da chiunque (incluso il sottoscritto con la sua band di dilettanti).


Eppure c’è modo e modo di cimentarsi con quelle storiche canzoni. La strada scelta da Sarah Jane Morris e il Solis String Quartet con l’album “All You Need Is Love” (da oggi in streaming, più avanti anche su cd per Irma Records) è una via di mezzo fra rispetto della tradizione e spunti innovativi.


Da una parte c’è la voce dal timbro cavernoso, potente e molto soul, della rossa cantante inglese, dall’altro il talento classico del quartetto d’archi napoletano prestato a pop e dintorni.

Due mondi quasi in antitesi che trovano un punto d’incontro nell’imperitura magia dei classici dei quattro di Liverpool.

I brani in scaletta sono famosi: si va dal nuovo singolo “Come Together” a “Yesterday”, passando per “Helter Skelter”, “Hey Jude” e un medley dedicato a Lennon. Tutto assai piacevole.


Non manca, ovviamente, la title-track che nelle intenzioni di Sarah e soci vuole essere di buon auspicio per i tempi duri che stiamo vivendo (e speriamo porti bene).

E’ un lavoro che nasce da una traccia teatrale (lo spettacolo “Ho ucciso i Beatles”) e ha la sua sublimazione in concerto. Dove si ascolterà anche una versione di “Imagine” non contenuta nel disco e con un’aggiunta di testo dedicata alla pace e ai rifugiati di ogni latitudine.

Se vi interessa, Sarah e i Solis saranno al Blue Note di Milano da stasera a domenica.

E non finisce qui. In cantiere ci sono già un secondo capitolo pieno di altri titoli beatlesiani e altri concerti il prossimo anno.

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