Si parla di Musica! (e non solo)

Mese: Marzo 2024 (Pagina 1 di 3)

Riposare in pace

"Riposare in pace", recensione film su L'Angolo del Cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini

Argentina, 2024​. Thriller​, 105’​. Regia di Sebastián Borensztein​. Con Joaquín Furriel, Griselda Siciliani, Gabriel Goity​.

Imprenditore con amata famigliola cela in realtà un mare di debiti. Il destino lo porterà a fare una scelta estrema e risolutiva. Ma non mancheranno ​pesanti conseguenze. Per non rovinare le (relative) sorprese, non entro nello specifico di questo thriller sui generis argentino, ben diretto e ben interpretato. Peccato per il finale un po’ tirato per i capelli. Comunque, apprezzabile.

One Life

"One Life", recensione film con Anthony Hopkins su L'Angolo del Cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini

USA, 2023. Drammatico, 110′. Regia di James Hawes. Con Anthony Hopkins, Johnny Flynn, Helena Bonham Carter, Lena Olin.

Storia vera di un bancario londinese che salvò 669 bambini in Cecoslovacchia agli inizi della seconda guerra mondiale e dell’avanzata nazista. Una vicenda di altissimo valore morale restituita al cinema con buon mestiere e tanti flashback, ma anche senza grandi guizzi. Finale toccante e solida interpretazione del fuoriclasse Hopkins.

Bentornati, La Crus

Bentornati, La Crus. E' uscito "Proteggimi da ciò che voglio", il nuovo disco del gruppo milanese. Il 10 maggio saranno alla Santeria 31. Articolo di Diego Perugini per mannaggiallamusica.it
Photo credis: Gianluca Mingotto

Conosco i La Crus da molto tempo. Dal giorno in cui un amico/collega mi passò un’audiocassetta demo con l’anteprima del primo album, “La Crus”, appunto. Quello, per capirci, che conteneva gioiellini come “Nera signora”, “La giostra” e la preziosa cover di “Il vino” di Piero Ciampi.

L’ascoltavo spesso e volentieri, mi sembrava qualcosa di nuovo, che però al tempo stesso solleticava il mio mai sopito amore per la nostra canzone d’autore.
Dovrei averla ancora da qualche parte, assieme ai nastri dei Carnival of Fools (ma questa è un’altra storia).

Poi li intervistai e li vidi in concerto tante volte, capitava anche di beccarsi in giro da qualche parte, nella Milano frizzante degli anni 90. Ricordo che Giò aveva una graziosa fidanzata che lavorava al teatro Smeraldo e andava a prendere a fine serata. Io spesso gravitavo là per lavoro e finivamo sempre a scambiarci qualche chiacchiera notturna. Altri tempi.

Più di recente, anzi, molto più di recente li ho ascoltati nella reunion all’Elfo Puccini del gennaio 2020, giusto un mesetto prima dell’onda maligna Covid. Fu una bella serata, di ricordi e ottima musica, per nulla scalfita dal passare degli anni.

Mi fa piacere ritrovarli ora con un nuovo lavoro, “Proteggimi da ciò che voglio”, uscito da una settimana. Un piccolo disco, se non altro per la durata contenuta, una mezz’oretta, con otto inediti e un paio di ripescaggi dal passato (con ospiti).

Lo stile del gruppo è immediatamente riconoscibile, senza troppe deviazioni dalla via maestra. O, peggio, concessioni al (cattivo) gusto contemporaneo.

Cesare Malfatti è un architetto sonoro dal tocco inconfondibile e Giò, come sempre, canta benissimo, con quella voce profonda che sa come dare peso alle parole. Parole, scritte da Alessandro Cremonesi, che mescolano pubblico e privato, politico e poetico, in una serie di “canzoni polietiche”, come loro amano definirle.

I La Crus parlano del nostro mondo e ne denunciano le contraddizioni e le negatività, dalla follia dei social all’alienazione lavorativa che ci ruba il tempo e l’anima. Ma non c’è retorica, presunzione o faciloneria, semmai uno sguardo lieve e sofferto, con un barlume di speranza nella sempiterna forza dell’amore.

Ecco, allora, l’evocativa malinconia di “La pioggia”, uno dei nuovi migliori pezzi, accanto al blues moderno (un po’ alla Depeche Mode) di “Mangia dormi lavora ripeti” e alla melodia vincente della “title-track”.

“Shitstorm” è ballata lenta e ariosa, di bella suggestione, mentre “La rivoluzione” è più incalzante e declamatoria, con interventi parlati ad hoc. “Discronia” vanta un tiro orecchiabile e sfumature di tromba, “Stella” è un recitativo pensoso che guarda al cosmo intorno a noi.

Chiudono il cerchio due ricordi rivisitati: “io confesso” con Carmen Consoli e “Come ogni volta” (il loro capolavoro?) con Colapesce e Dimartino.

Bentornati, insomma. Anche in concerto: appuntamento il 10 maggio alla Santeria Toscana 31, Milano. Poi, si vedrà.

Cosa sarà

"Cosa sarà", recensione film su L'Angolo del Cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini

Italia, 2020. Commedia. 101′. Regia di Francesco Bruni. Con Kim Rossi Stuart, Lorenza Indovina, Barbara Ronchi, Giuseppe Pambieri, Raffaella Lebboroni.

Regista dalle mille fragilità scopre di avere un tumore del sangue. La lotta contro la malattia lo porterà a confrontarsi con le sue tante problematiche interiori e familiari. E a scoprire qualcosa di nuovo. Commedia drammatica (e autobiografica) con ripetuto uso del flashback a spiegare storie e situazioni. Stile agrodolce, senza eccessi patetici, ma con interessanti scavi psicologici, una buona colonna sonora e un ottimistico messaggio finale. Niente male, anche grazie all’ottimo cast, Rossi Stuart (un po’ morettiano) in testa.

Civil War

"Civil War", recensione film su L'Angolo del Cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini

USA, Gran Bretagna, 2024. Azione, 109′. Regia di Alex Garland. Con Kirsten Dunst, Cailee Spaeny, Wagner Moura, Stephen McKinley Henderson, Nick Offerman. Nei cinema dal 18 aprile.

In un futuro imprecisato gli Usa ripiombano in una devastante guerra civile. Un gruppetto di reporter fotografi attraversa il Paese disastrato per compiere una missione impossibile. Ma non c’è nulla di eroico o retorico in questo film, che è anzi è tosto e durissimo, mozzafiato e pessimista. Violento e realistico da far paura, mette in guardia sui pericoli contemporanei. Ed, en passant, racconta di etica del giornalismo e dintorni. Più molto altro, fra cui un’ottima colonna sonora (di Geoff Barrow, già nei Portishead). Da vedere. E bravissima la Dunst.

Semina il vento

"Semina il vento", recensione film su L'Angolo del Cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini

Italia, Francia, Grecia, 2020. Drammatico, 91′. Regia di Danilo Caputo. Con Yile Yara Vianello, Feliciana Sibilano, Caterina Valente, Espedito Chionna.

Universitaria d’agronomia torna al paesello in Puglia e cerca di rimediare alla moria degli ulivi di famiglia. Ma troverà ambiente ostile, genitori rinunciatari e illegalità diffusa. Film scarno e minimale, dai tratti quasi documentaristi, che denuncia il degrado del nostro tempo e la mancanza di vera coscienza ecologica. Messaggio più che condivisibile, ma il racconto è troppo lento. E l’abbiocco in agguato. Molto brava però la giovane protagonista.

“Incontri” di Guido Harari, ultimi giorni della mostra. Fate presto!

Lo so, arrivo buon ultimo a parlare di “Incontri”, la mostra di Guido Harari alla Fabbrica del Vapore.

Me l’ero segnato fra gli appuntamenti da non perdere, ma poi tra una cosa e l’altra stavo rischiando di saltarla. Così mi sono precipitato sul filo di lana in un sabato pomeriggio meneghino.

Perché, ormai, siamo ai titoli di coda. Ancora una settimana e stop. E il primo aprile, giorno di chiusura (che quest’anno è pure Pasquetta) dalle 15 ci sarà proprio Guido in persona a salutare i visitatori e firmare cataloghi.

Per quei pochi che non lo sapessero, Harari è uno dei più grandi fotografi italiani (e non solo) e nella sua carriera ha ritratto decine e decine di big della scena rock internazionale.

Nomi assai famosi, che con lui si trovavano a proprio agio e rivelavano la loro essenza più vera.

Guidato da sana passione, ha girato il mondo e seguito gli artisti in tour, cogliendo i momenti più particolari della loro vita sul palco e on the road.

Oppure li ha ritratti in modo più pensato, sempre attento però a cogliere il dettaglio giusto, la posa originale, il tratto più intimo. Con l’obiettivo dichiarato di fermare l’attimo fuggente, renderlo a suo modo immortale.

La mostra ci racconta questo e tanto altro, attraverso una serie di sale ben allestite, con le foto in bella evidenza ma anche intriganti installazioni collaterali.

Dallo schermo con video live e musica a palla al documentario di Sky Arte, fino ai grandi pannelli dedicati alle eccellenze dell’arte, della cultura e della società milanese incontrate in 50 anni di carriera.

Il risultato è un suggestivo viaggio nel tempo, ancora di più se molti di quei momenti li hai vissuti anche tu. E confesso di essermi emozionato nel ricordo di concerti e incontri ai quali, per lavoro o passione, ho partecipato anch’io.

Molte delle foto esposte sono piccoli grandi oggetti di culto.

De André che dorme sfinito per terra vicino al calorifero durante il tour con la Pfm; il sorridente trio delle meraviglie Gaber, Jannacci, Fo; il tenero abbraccio fra Lou Reed e Laurie Anderson.

E, ancora, la sequenza di Peter Gabriel che si trucca (periodo “Shock the Monkey”) e il trasognato sguardo di David Bowie su uno sfondo di luci colorate.

Ci sono anche tanti scatti non legati alla musica, a ribadire l’approccio eclettico di Harari: da Francesco Totti a Nanni Moretti, da Rita Levi Montalcini a Giovanni Agnelli.

Insomma, inutile girarci tanto intorno.

E’ una mostra da vedere. Ancora per pochi giorni a Milano. Fate presto.

Diabolik chi sei?

"Diabolik chi sei?", recensione film su L'Angolo del Cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini

Italia, 2023. Giallo, 124′. Regia di Antonio Manetti, Marco Manetti.
Con Giacomo Gianniotti, Miriam Leone, Lorenzo Zurzolo, Andrea Arru, Valerio Mastandrea.

L’ispettore Ginko e Diabolik si trovano prigionieri di una feroce banda di criminali. Sarà l’occasione per raccontare e raccontarsi, in attesa che qualcuno li salvi. Terzo capitolo firmato Manetti Bros, con accurata ricostruzione anni 70 e presenza forte dell’elemento femminile, pur con qualche lentezza di troppo e una colonna sonora un po’ invadente. Comunque, non malaccio.

Venus

"Venus", recensione film horror su L'Angolo del Cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini

USA, Spagna, 2022​. Horror​, 100’​. Regia di Jaume Balagueró​. Con Ester Expósito, Ángela Cremonte, Fernando Valdivielso, Federico Aguado, Magüi Mira, Inés Fernández​.

Cubista tenta di fregare gang di malviventi. Le va male e si rifugia dalla sorella in un edificio dall’aria sinistra. Lì scoprirà suo malgrado un mondo di demoni e streghe. Horror al femminile che non ci risparmia scene truculente e momenti di alta tensione. Roba già vista, anche se Balagueró sa il fatto suo. Non certo un capolavoro, ma per gli amanti del genere può andare.

« Articoli meno recenti