USA, 2016. Azione, 86′. Regia di Greg McLean. Con John Gallagher Jr., Tony Goldwyn, Adria Arjona.
L’ordinario tran tran di una multinazionale in una zona isolata si trasforma in un gioco al massacro governato da un’entità misteriosa. Sembra uno scherzo, ma non lo è affatto. Thriller-horror dai tratti grotteschi, ai confini dello splatter, che fa riflettere sul peggio delle pulsioni umane in condizioni estreme. Non originalissimo, ma comunque abbastanza efficace.
Gran Bretagna, 2018. Horror, 106′. Regia di Clive Tonge. Con Olga Kurylenko, Javier Botet, Mitch Eakins.
Una psicologa criminale è alle prese con un caso di (apparente) uxoricidio. Scoprirà una realtà molto più complessa. E demoniaca. Horror abbastanza scontato, che parte bene ma poi si perde fra svolte prevedibili e spiegazioni banalotte. Ok per una visione estiva senza pretese. E solo per appassionati del genere.
Italia, 2019. Commedia, 90′. Regia di Gianfrancesco Lazotti. Con Michela Andreozzi, Francesca Antonelli, Cristiana Capotondi, Riccardo De Filippi. Su RaiPlay.
In una balera scalcinata si ritrovano personaggi di varia umanità, più o meno tutti alle prese con sfighe, rimpianti e insoddisfazioni. Commedia corale di buona presa, con abbondanza di danze di gruppo e successi del passato. Bene gli attori, con citazione di merito per Thony, cantautrice prestata al cinema.
USA, 2017. Commedia, 102′. Regia di John Cameron Mitchell. Con Elle Fanning, Alex Sharp, Nicole Kidman. Su RaiPlay.
Titolo italiano insulso per una strana operina che mescola commedia, fantascienza e filosofia (e musica) punk. Fine anni ’70: un ragazzo dei sobborghi londinesi si innamora a una festa di una tipa fascinosa, che si rivelerà un’aliena in visita alla Terra. Seguiranno sviluppi fra comico, romantico e fantasy. Film originale, fra memorie d’epoca e visioni psichedeliche, ma pure un po’ confuso e confusionario. Comunque gradevole. E con un finale carino.
In questi tempi di dolorosi lutti nel mondo musicale, fa piacere trovare una notizia più leggera. Ma utile e divertente al tempo stesso.
Ok, e allora oggi parliamo di ukulele.
Avete presente? Sì, proprio la piccola chitarra hawaiana strimpellata da Ollio in una famosa comica in b/n.
E resa popolare in mezzo mondo dal gigantesco Israel Kamakawiwo’ole con la sua delicata versione di “Somewhere Over the Rainbow”.
Uno strumento, diciamola tutta, un po’ sottovalutato e trattato spesso alla stregua di un giocattolo, ma che in realtà ha una sua dignità e una storia che affonda le origini nella chitarra rinascimentale.
Però adesso forse le cose cambieranno.
Perché da poco è possibile iscriversi al primo corso di studi di livello universitario (il primo al mondo) dedicato all’ukulele.
Si terrà da novembre al Conservatorio di Musica “Antonio Vivaldi” di Alessandria sotto la direzione del Prof. Giovanni Albini, compositore e ukulelista noto a livello internazionale.
Insomma, trattasi di cosa seria.
Una vera e propria laurea triennale in ukulele, con l’obiettivo di formare musicisti completi e consapevoli, aperti alla pluralità di stili che lo strumento consente di approfondire.
Ci saranno corsi di prassi esecutive e repertori e di creazione estemporanea, con un piano di studi che include anche etnomusicologia e antropologia della musica, storia della musica e della popular-music, teoria e analisi delle forme tradizionali, armonia classica e armonia jazz, arrangiamento e didattica dell’improvvisazione.
Pensateci. Le iscrizioni saranno aperte fino al 20 agosto.