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Mese: Novembre 2020

Vasco Rossi e il “nuovo” Colpa d’Alfredo

Vasco Rossi, in uscita il cofanetto per i 40anni di "Colpa d'Alfredo"
Vasco, foto copertina cofanetto “Colpa d’Alfredo”, autore Mauro Balletti

Vasco Rossi ha promesso nuova musica per l’inizio del prossimo anno, ma intanto per i fan è in arrivo il 27 novembre un succoso cofanetto. Protagonista è “Colpa d’Alfredo”, il suo terzo album, che compie 40anni e viene ripubblicato debitamente rimasterizzato da Sony Music Legacy.

Non è il miglior album di Vasco, ma è comunque un momento importante nella sua carriera, una sorta di ponte verso il rock da stadio che verrà. Vi ritroviamo suoni più duri e immediati, il chitarrista Solieri in pianta stabile e testi più diretti e cattivelli.

La nuova versione esce con la vera copertina, quella che Vasco avrebbe voluto: lui in primo piano con occhio nero e volto tumefatto, foto (di Mauro Balletti) invece relegata sul retro nel disco del 1980. Questione di autocensura? Probabile.

Così come il primo singolo: doveva essere “Colpa d’Alfredo”, ma quell’incipit destinato a fama imperitura (“Ho perso un’altra occasione buona stasera/ è andata a casa con il negro, la troia!”) fu giudicato un po’ troppo spinto e si virò sulla più innocua “Non l’hai mica capito”. Vasco, per altro, non ha mai rinnegato la frase, riportandola al contesto goliardico e autoironico dell’epoca.

E’ il disco anche di una toccante ballata pianoforte e voce, “Anima fragile”, un culto per i fan, racconto autobiografico della rinuncia a un amore per “colpa” della musica.

Quella canzone viene riproposta oggi con un suggestivo videoclip d’animazione che racconta di seconde occasioni e di quelle connessioni fra le persone così importanti nella vita di tutti. Oggi ancor più di ieri.

L’album esce in tre versioni: la più lussuosa e ambita è il cofanetto che include cd, vinile, 45 giri, gadgets e un libro del giornalista Marco Mangiarotti coi racconti dello stesso Vasco e le testimonianze dei musicisti.

Classica strenna natalizia, a 85 euro circa. Per chi se lo può permettere. Altrimenti le più semplici edizioni in cd e vinile.

Vasco Rossi 1980. Photocredit Angelo Deligio Mondadori Portfolio

“Non c’è”, il ritorno di Edoardo Bennato

E' in uscita "Non c'è" di Edoardo Bennato. Un disco che mescola classici rivisitati e una manciata di inediti. Al centro la vena ironica del cantautore napoletano, che racconta a suo modo il nostro tempo malato.
Edoardo Bennato, “Non c’è”

Edoardo Bennato, si sa, è un tipo strano, originale, fuori dagli schemi. Uno che sa trasformare una normale conferenza stampa via Zoom in un mini-show personale. Si connette dalla sua Napoli, chitarra in mano, e presenta a suo modo il nuovo progetto. Un disco, “Non c’è”, che mescola classici rivisitati sobriamente come “Mangiafuoco”, “Non farti cadere le braccia”, “Cantautore” e “Un giorno credi”, e una manciata di inediti. Con una copertina che richiama la prima pagina di un quotidiano.

“E’ un album con una sua identità, un concept. Durante i concerti mi sono accorto che i vecchi pezzi erano complementari ai nuovi. Non c’è soluzione di continuità”, spiega. Ed esemplifica il tutto accennando “Bravi ragazzi”, del lontano 1974, paurosamente attualissima con quei riferimenti al “coprifuoco”: “Sembra scritta ieri sera, la colonna sonora di quel che stiamo vivendo oggi”, puntualizza con orgoglio.

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