Si parla di Musica! (e non solo)

Mese: Gennaio 2024 (Pagina 1 di 2)

Che bello risentire Ivan Graziani

Non solo Sanremo. E per fortuna. Il gennaio musicale offre anche altre occasioni di svago al di là dei mille e uno incontri promozionali pre-festival.

Qualche sera fa, per esempio, in un localino meneghino (il Gattò di via Castel Morrone) c’è stata la presentazione di “Per gli amici”, disco postumo del grande Ivan Graziani, uscito per la storica etichetta Numero Uno.

Un artista sempre un po’ sottovalutato, che giustamente la famiglia, nello specifico la moglie Anna e i figli Tommaso e Filippo, tiene a ricordare.

In questa dimensione raccolta, fra calici di Cerasuolo, pallotte al sugo e arrosticini (in onore delle radici abruzzesi del Nostro), si è parlato di Ivan e del suo carattere bizzoso ma autentico, di un talento importante (non solo nella musica, ma anche nel disegno) e, soprattutto, delle nuove canzoni venute alla luce.

Otto e non di più, disperse in maniera disordinata in provini su cassette, che la moderna tecnologia ha permesso di recuperare. Ma niente intelligenza artificiale e simili diavolerie, giura Filippo, produttore.

Per capirci: i brani erano già arrangiati e strutturati, quindi sono stati riversati dai vecchi nastri e digitalizzati. Infine, Filippo ci ha messo un po’ del suo in studio, per sistemare al meglio il tutto.

Sono canzoni scritte in libertà e senza vincoli, che per un motivo o per l’altro non sono finite in qualche album. Databili tra la metà degli anni 80 e i primi 90, anche se Ivan non ha lasciato indicazioni precise al proposito.

Filippo, dopo qualche chiacchiera, ne ha fatte ascoltare un paio alla chitarra acustica con la sua voce che ricorda in modo impressionante quella di papà.
Ed è stata una bella emozione.

Del resto l’avevo già sentito anni fa in un teatrino di periferia rifare i classici di Ivan con commovente partecipazione e aderenza.

Il “nuovo” disco è, come si usa dire, breve ma intenso. Neanche mezz’ora di musica, con brani intorno ai tre minuti di durata, a volte anche meno.

Si parte con “Una donna”, ironica ballata rock sulle sbandate d’amore, quindi “La rabbia” intimista e delicata, con riferimento esplicito al carattere del figlio Filippo.

“L’italianina” è una cantilena folk dalla dolcissima melodia e un testo a più livelli di lettura. “La canzone dei marinai”, dedicata agli amici pescatori di Marotta e anticipata in una versione diversa da Colapesce Dimartino, parla di lontananza e nostalgia. Ed è un altro “lento” struggente alla Graziani, dal bel crescendo emotivo.

In “Tv” prevale la vena sarcastica sui tanti “mostri” del piccolo schermo, mentre “Miley” è un ritratto al femminile, fra blues e sensualità.

“Ti sorprenderò” riflette in chiave rock sui cambiamenti della vita, con solo di chitarra in evidenza. “Per gli amici” chiude il cerchio con una sorta di piccolo testamento, fra autobiografia e autocitazioni.

Filippo annuncia che questo sarà l’unico album postumo di inediti di Ivan, perché in archivio non ci sono altri provini decenti su cui lavorare.

Quindi, teniamocelo stretto.

Ci saranno anche delle presentazioni con mini-live acustico nelle librerie Feltrinelli: il 29 a Rimini e, a febbraio, il 6 a Roma, il 7 a Firenze e il 12 a Milano.

E, per chi volesse approfondire , è disponibile un podcast curato da Niccolò Agliardi dal titolo “IO, LUPO. PER GLI AMICI, Ivan Graziani”, un ritratto inedito dell’artista con ospiti vari.

Foglie al vento

"Foglie al vento", recensione film su L'Angolo del Cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini

Finlandia, 2023. Commedia, 81′. Regia di Aki Kaurismäki. Con Alma Pöysti, Jussi Vatanen.

Lui e lei si incontrano, si perdono e si ritrovano. Intorno a loro un laconico mondo di solitudine, karaoke, alcol, lavoro malpagato, notizie di guerra e sfighe assortite. Kaurismaki dirige una sorta di favola moderna col suo stile surreale e minimale, subito riconoscibile. Godibili, come sempre, l’eclettica colonna sonora e le tante citazioni cinematografiche.

Adiós

"Adiós", recensione film thriller spagnolo su L'Angolo del Cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini

Spagna, 2019. Thriller, 111′. Regia di Paco Cabezas. Con Mario Casas, Natalia de Molina, Carlos Bardem, Ruth Díaz, Vicente Romero, Mona Martínez.

Galeotto in permesso d’uscita vede morire la figlioletta in un incidente d’auto. La sua sete di vendetta lo porterà a scoperchiare un mondo di corruzione e degrado. Noir notturno e bello tosto, ambientato nella periferia scalcinata di Siviglia, fra loschi figuri, violenza a go-go e fiumi di sangue. Storia già vista, ma restituita con sufficiente efficacia.

Paradise

"Paradise", recensione film di fantascienza su L'Angolo del Cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini

Germania, 2023. Fantascienza, 117′. Regia di Boris Kunz. Con Lucas Lynggaard Tønnesen, Iris Berben, Numan Acar

In un futuro prossimo venturo gli anni saranno una moneta di scambio. Così i ricconi ringiovaniranno e i poveri avranno vita più breve, ma migliore. Una coppia ben introdotta nel sistema si troverà a far fronte a una situazione imprevista. E saranno guai. Idea intrigante per un film che parte bene ma si perde strada facendo, soprattutto nella parte action. Finale sbrigativo, regia (teutonica) da serie tv. Così così.

Una notte violenta e silenziosa

"Una notte violenta e silenziosa", recensione film su L'Angolo del Cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini

USA, 2022. Commedia, 101′. Regia di Tommy Wirkola. Con David Harbour, John Leguizamo, Beverly D’Angelo.

Vigilia di Natale: famiglia straricca viene presa d’assalto nella sua lussuosa magione da una banda di malviventi. A salvarla ci penserà un Babbo Natale sui generis. Commedia thriller che mescola buoni sentimenti, personaggi grotteschi, favola romantica, ironia, citazioni, azione pura e deviazioni (quasi) splatter. Un mix di registri stilistici che non sempre funziona: meglio la parte più “cattiva”, comunque. Alla fine, però, ci si diverte abbastanza. E può bastare.

Il “lungo addio” del divo Claudio

©_ANGELO_TRANI

Un po’ me lo aspettavo questo addio del divo Claudio. Perché il tono della mail-invito alla conferenza stampa era di quelli ufficiali, stranamente serioso.

E mi ha ricordato quanto era accaduto con l’annuncio di commiato dei Pooh, ormai diversi anni fa.

Curioso, semmai, il paio d’anni che ci separano dal fattaccio, quei “1000 giorni” (citazione dal suo capolavoro, per gli scarsamente avvezzi al canzoniere di Baglioni) in cui il Nostro proseguirà a fare musica alla sua maniera.

Quindi ci saranno i concerti kolossal del tour “aTUTTOCUORE” (in questi giorni al Forum di Assago), un nuovo disco definitivo e, strada facendo, chissà quante altre celebrazioni in pompa magna (stadi inclusi?).

Vuole lasciare da vincitore, ha dichiarato, per non diventare macchietta né ripetersi. Scelta lodevole, nulla da eccepire.

“Il meglio l’ho già dato”, sembra dirci, quindi meglio chiudere all’alba dei 75 anni, con alle spalle una gloriosa carriera. E, magari, cimentarsi in altre avventure, diverse, ancora da sperimentare.

Non sparirà dalla circolazione, pare di capire, ma ce lo ritroveremo qua e là in situazioni differenti. Per la gioia dei tanti estimatori e l’irritazione degli irriducibili detrattori.

Nel frattempo i fan avranno modo di saziarsi in abbondanza fino al 2026 vedendolo più e più volte in concerto, prima del ritiro dalle scene.

E, poi, non si sa mai. Altri artisti, dopo proclami similari, sono tornati sulla scena, spinti dall’irrefrenabile voglia di ritrovare il pubblico live e riprovare quelle emozioni uniche. Quindi, chissà.

Magari nel 2040 o giù di lì il Nostro tornerà a indossare, pardon intonare, la famosa “maglietta fina” su qualche palco.

Un po’ più vecchio e un po’ più stanco. Ma sempre divo Claudio.

Fingernails – Una diagnosi d’amore

"Fingernails - Una diagnosi d'amore", recensione film su L'Angolo del Cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini

USA, 2023. Fantascienza, 113′. Regia di Christos Nikou. Con Jeremy Allen White, Annie Murphy, Riz Ahmed, Jessie Buckley, Luke Wilson.

In un futuro indefinito l’amore si sceglie previo addestramento e doloroso test. Ma funzionerà davvero? Una coppia rodata e “positiva” verrà messa in crisi dalle circostanze. Strana commedia romantica, con timidi risvolti di fantascienza, che batte su un tasto ben noto: l’imprevedibilità dei sentimenti, impossibili da ingabbiare e catalogare. Argomento risaputo, ma trattato con una certa originalità. Nonostante qualche momento lento, il gioco regge, complice la bravura degli attori. Bella anche la colonna sonora anni 80.

Silent Night – Il silenzio della vendetta

"Silent Night - Il silenzio della vendetta", recensione film su L'Angolo del Cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini

USA, 2023. Azione, 104′. Regia di John Woo. Con Joel Kinnaman, Catalina Sandino Moreno, Kid Cudi.

A un uomo tranquillo uccidono il figlioletto. La sua vendetta sarà tremenda. Storia sentita migliaia di volte, che il maestro John Woo racconta col suo stile virtuosistico e potente, fra momenti sentimentali e brusche impennate di violenza, uso accorto del ralenti, colonna sonora ridondante e fiumi di sangue. Esagerato e adrenalinico, con dialoghi zero (e vedendolo capirete il perché). Per i patiti del genere, imperdibile (o quasi).

Il vecchio amico Omar

Domani ai Magazzini Generali, già sold out, arriva Omar Pedrini con una serata speciale dedicata al suo album "Che ci vado a fare a Londra?"

Ci sono degli artisti con cui ti trovi di più. Per questioni di gusti musicali, affinità elettive, percorsi in comune. Non dico degli amici, ma quasi.

Uno di questi, per me, è Omar Pedrini.

Ogni volta che lo incontro, ormai piuttosto di rado, mi fa molto piacere. L’ultima occasione, qualche anno fa all’uscita di un cinema, poco prima del terremoto Covid, mi regalò un abbraccio e un sorriso.
Che ricambiai sinceramente.

Vi sono affezionato probabilmente anche perché Omar mi ricorda i miei inizi. Anzi, in pratica, sia io che lui abbiamo cominciato le rispettive carriere nello stesso momento.

Era all’incirca la metà degli anni 80. Io, qualche anno più grande, cercavo di farmi strada nel mondo del giornalismo, lui in quello assai più glamour del rock coi suoi Timoria.

C’era, ovviamente, anche Francesco Renga, che all’epoca portava i capelli corti ed era senza barba. Quasi irriconoscibile.

Eravamo giovani e incoscienti (si fa per dire), in un momento elettrico e stimolante per tutti. Ci incontravamo spesso, fra concerti e interviste. C’era un bel feeling, insomma.

Ricordo che recensii positivamente su “L’Unità” il loro singolo “Non sei più tu”, che mi piaceva soprattutto per una passionale cover della storica “Pugni chiusi”.

Mi regalarono pure la foto originale da cui venne tratta la copertina del disco di debutto, “Colori che esplodono”. Devo ancora averla da qualche parte.

Poi le nostre strade, ovviamente, hanno preso direzioni diverse. E Omar ne ha vissute di ogni, dalla dolorosa separazione da Renga a pesanti problemi di cuore (nel vero senso della parola). E molto altro ancora.

Ma ha tenuto duro e sono contento di saperlo domani di nuovo protagonista di un concerto “tutto esaurito” ai Magazzini Generali di Milano.

Sarà una specie di festa dedicata ai dieci anni di “Che ci vado a fare a Londra?”, disco della rinascita dopo un periodo buio, col piccolo aiuto di un mito come Noel Gallagher degli Oasis.

Album che, fra parentesi, venerdì uscirà per la prima volta in vinile e domani sarà possibile acquistare autografato al concerto (la nuova versione digitale, invece, conterrà due bonus tracks).

Il futuro? Ancora un paio di concerti e poi un po’ di tranquillità, almeno così dice lui, per i soliti problemi di salute.

Anche se, conoscendolo, non sarà facile tenerlo lontano dal palco.

Alla prossima, Omar. E, come sempre, in bocca al lupo!

The Family Plan

"The Family Plan", recensione film su L'Angolo del Cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini

USA, 2023. Azione. Regia di Simon Cellan Jones. Con Mark Wahlberg, Michelle Monaghan, Maggie Q.

Il classico e placido family-man, con moglie e figlioletti al seguito, si scopre avere nientemeno che un passato da killer governativo. Con tanto di cattivoni che gli danno la caccia. Ne esce mix di commedia e azione, che funziona meglio nella prima e si perde un po’ fra inseguimenti e combattimenti. Attori simpatici e funzionali per un buon prodotto di intrattenimento.

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