Si parla di Musica! (e non solo)

Mese: Luglio 2022 (Pagina 1 di 3)

Collateral

"Collateral", recensione film su L'angolo del cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini.

USA, 2004. Noir. 119′. Regia di Michael Mann. Con Tom Cruise, Jamie Foxx.

Se non l’avete mai visto, sarà una bella sorpresa. Ma anche rivederlo ha il suo perché, come (quasi) tutti i film del maestro Michael Mann, che qui ci racconta la notte assassina di un killer spietato in quel di Los Angeles, accompagnato strada facendo da un attonito e terrorizzato tassista. Ottimo come action (la scena in discoteca è di culto), si presta anche a interpretazioni sottese e diversi livelli di lettura. Regia da fuoriclasse e attori nella parte.

Il giustiziere di Londra

"Il giustiziere di Londra", recensione film su L'angolo del cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini.

Germania, 1963. Giallo, 94′. Regia di Edwin Zbonek. Con Hansjörg Felmy, Maria Perschy. Su RaiPlay.

Thriller anni ’60, ambientato a Londra ma “asburgico” per regia e interpreti. Il che è già un fatto curioso. Ci sono due storie parallele, una di giustizia privata e una di serial killer, che alla fine (un po’ a fatica) si congiungeranno. Tocchi di gotico, un po’ di suspense, un pizzico di horror, qualche momento di alleggerimento e finale (relativamente) a sorpresa. Non tutto fila liscio, ma la visione resta gradevole.

Sergio Caputo, il Castello Sforzesco e…la pioggia

Sergio Caputo al Castello Sforzesco. Un recital fra blues e jazz, con tanti classici. E una pioggia battente. Ma è stato bello lo stesso. Di Diego Perugini per mannaggiallamusica.it. Foto Iolanda Barera
Sergio Caputo Trio al Castello Sforzesco, foto Iolanda Barera

Ogni volta che Sergio Caputo passa da Milano, cerco di non mancare. Perché so che sarà una bella serata, piena di ironia, romanticismo, buona musica. E altrettante buone vibrazioni.

Come quelle provate, anni fa, negli affollati concerti alla Salumeria della Musica. Un altro luogo della Milano che non c’è più.

E anche ieri, a suo modo, è stato qualcosa di speciale.

Un recital in una cornice bellissima, il Castello Sforzesco illuminato come si deve, ma con un ospite indesiderato: la pioggia. Ha cominciato a piovere forte, con vento, verso le 21, più o meno quando doveva iniziare.

In molti si danno alla fuga o si riparano nell’ingresso in attesa, mentre i più stoici, armati di ombrello, k-way e mantelline, si siedono nelle loro postazioni. Prendono pioggia a catinelle e, pazientemente, aspettano.

Chissà, forse è proprio grazie alla loro pervicacia che il concerto, alla fine, si farà. Alle 21.50, sempre sotto pioggia battente, arriva Caputo con la sua piccola band (Fabiola Torresi e Alessandro Marzi) e in trio attaccano “Non bevo più tequila”, piccolo classico di fine anni ‘80.

Il cantautore romano gioca con le memorie di certo rock anni ‘70 (più avanti citerà anche il mitico Santana) e si prodiga in assoli di chitarra, ma non dimentica il jazz e lo swing.

“Che giorno è oggi? Lunedì?” chiede al pubblico.

“Nooo, è giovedì” rispondono in coro.

“Be’, allora proviamo a fingere che sia sabato”.

E, ovviamente, tra gli applausi parte “Un sabato italiano”, il brano che l’ha portato al successo, tanti anni fa. E a chi, come me, ha qualche stagione in più sul groppone, tornano in mente i video di “Mr. Fantasy”, trasmissione cult di Carlo Massarini.

Sembra un secolo fa. E, invece, sono “solo” quarant’anni, anzi trentanove. Tanto che dal palco, mentre la pioggia finalmente dà una tregua, Caputo annuncia grandi progetti per il quarantesimo, nel 2023.

Si rammarica che il maltempo si sia portato via un bel po’ di spettatori, ma ringrazia i presenti. E promette ci saranno altre occasioni. Intanto si gode e magnifica lo scenario del Castello Sforzesco, che “è un po’ come il Colosseo per i romani”.

Strada facendo arrivano una versione soffusa di “Merci bocù”, la swingante “Bimba se sapessi” e la ritmata “Italiani mambo”, con qualche coppia che accenna passi di danza fra le pozzanghere.

Siamo verso la fine e, dannazione, riattacca a piovere.

Il bis è “Il Garibaldi innamorato” in una chiave più blues, con strofa recitata e assoli dilatati, per chiudere a cappella con “Libertà dove sei”, il suo primo 45 giri.

Un brano quasi dimenticato, poi ripescato per la sua viva attualità. “Libertà dove sei/ Io non credo di trovarti in questa stanca civiltà”, scriveva Caputo nel 1978.

E oggi siamo ancora lì.

Il (bel) ritorno di Ben Harper

Ben Harper è tornato con un nuovo album, "Bloodline Maintenance". Breve e intenso, personale e molto soul. In agosto il tour italiano.
Ben Harper, foto Alberto Giachino.

Ricordo bene Ben Harper. Ricordo i suoi primi dischi anni ‘90, per esempio “Fight For Your Mind”, potente e incisivo.

Ricordo le diverse interviste, con questo gigante buono che mentre parlavi ti guardava così intensamente da metter soggezione. E, poi, rispondeva con calma e saggezza alle tue domande.

Ricordo anche i tanti concerti visti nel corso del tempo, dimensione in cui il cantautore americano ha la classica marcia in più.

Quindi mi fa piacere ritrovarlo in ottima forma con “Bloodline Maintenance”, che potete ascoltare qui, a sei anni dal precedente album di canzoni.

E’ un lavoro molto soul, nell’accezione più ampia del termine (quindi pure funk, blues, jazz, gospel) suonato in perfetta solitudine e, quindi, ancor più autobiografico, con venature di malinconia nel ricordo di un amico scomparso e dell’influenza di un padre carismatico.

Un disco tutt’altro che triste, però, che anzi s’impenna nel parlare di quel che non va in questo pazzo pazzo pazzo mondo, come la “schiavitù” citata in “We Need To Talk About It”, uno dei pezzi più significativi.

Canzoni spesso brevi, piccoli quadretti a tratti minimali (l’iniziale “Below Sea Level” è per voce sola) e a tratti più aggressivi, per una mezz’oretta o poco più. Ma intensa assai.


Ora Ben, dopo il passaggio al Lucca Summer Festival, s’appresta a tornare in Italia in agosto.
Queste le date:


4 – Rome, Italy – Cavea Auditorium Parco Della Musica
6 – Taormina, Italy – Teatro Antico di Taormina
9 – Riola Sardo, Italy – Parco dei Suoni
11 – Brescia, Italy – Festa di Radio Onda d’Urto

E qui sotto il video girato live al Lucca Summer Festival.

Settimana live all’italiana, fra Agnelli, Caputo e i Servillo

Sergio Caputo

Ultima settimana di luglio e ultimi fuochi sul fronte caldo dei concerti. La città, lentamente, si sta svuotando, c’è voglia di vacanze.

E agosto, tradizionalmente, non è gran mese per la musica dal vivo a Milano. Godiamoci, quindi, quel che passa il convento.

Al Carroponte, stasera, arriva Manuel Agnelli con un repertorio che mescolerà i brani dei suoi Afterhours agli episodi solisti. In attesa dell’album “Ama il prossimo tuo come te stesso”, in uscita il 30 settembre.


Domani ai Bagni Misteriosi saranno in scena i due fratelli Toni e Peppe Servillo in “La musica canta”, spettacolo fra musica e teatro, assieme al Solis String Quartet.


In alternativa, sempre domani, ecco l’indie-pop del marsigliese Kid Francescoli al Magnolia, in cui si esibiranno anche Rovere (mercoledì 27) e Alice Phoebe Lou (giovedì 28).


Al Castello Sforzesco, per “Estate al Castello”, mercoledì ritroveremo il jazz contaminato del Trio Bobo, guidato da Faso e Christian Meyer, sezione ritmica di Elio e le Storie Tese.

Giovedì invece tornerà Sergio Caputo, uno dei migliori (e dei più sottovalutati) cantautori italiani, che col suo trio riproporrà i piccoli grandi classici della sua lunga carriera, mentre venerdì riascolteremo le colonne sonore del Maestro Ennio Morricone a cura di Milano Classica.


Proseguono le serate “calienti” al Milano Latin Festival: in concerto ci saranno Eva Ayllon (29), Tony Succar (30) e Hombres G (31).

Nel fine settimana, 29 e 30, al Legend Club dalle 15.30 si svolgerà Rock Targato Italia Edizione Speciale Estate 2022 . Due giornate ricche di incontri e concerti con la partecipazione di numerosi artisti, produttori discografici, musicisti, giornalisti. Ingresso gratuito.

Mentre per chi ama il metal, in arrivo domenica 31 al Carroponte i francesi Gojira.

L’angelo del male – BrightBurn

"L'angelo del male - Brightburn", recensione film su L'angolo del cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini.

USA, 2019. Horror, 90′. Regia di David Yarovesky. Con Elizabeth Banks, Jackson A. Dunn, David Denman.

E’ una sorta di Superman alla rovescia. Un bambino alieno raccolto da una coppia che non riesce ad avere un figlio. All’inizio tutto bene, poi le cose si complicano. Tra fantascienza, horror e thriller, ecco un film godibile e avvincente per gli appassionati del genere. Magari non originalissimo in certe situazioni e, pure, nel finale (che, ovviamente, non riveleremo), ma comunque più che dignitoso.

Torna il Buscadero Day!

Davide Van De Sfroos è fra i protagonisti della nuova edizione del Buscadero Day, nel weekend al Parco Berrini di Ternate. Ingresso libero

Se in questo torrido weekend volete uscire dalla città e concedervi una piccola trasferta, ecco domani e sabato l’appuntamento col “Buscadero Day”.

Un ritorno gradito dopo la biennale sosta forzata per la pandemia, per una due giorni a ingresso libero al Parco Berrini di Ternate, in provincia di Varese, sul lago di Comabbio, con prati e alberi per godersi i tanti live anche nelle ore più calde della giornata.

Si parte domani alle 18.30 con la presentazione/reading/firmacopie del romanzo “La notte arriva sempre” di Willy Vlautin, leader di The Delines. A seguire concerti di Andrea Parodi Zabala & Borderlobo, James Maddock e la sua band e The Delines.

Sabato sarà il momento clou, con una maratona musicale da mattina a sera inoltrata, con la partecipazione di Eileen Rose & The Legendary Rich Gilbert, Massimo Priviero, Brian Mitchell Band, Anders Osborne, Davide Van De Sfroos e altri.

Ci saranno, inoltre, bancarelle, stand gastronomici e altro ancora. Senza dimenticare la tradizionale raccolta fondi per la lotta al Parkinson.

Mississippi Grind

"Mississippi Grind", recensione film su L'angolo del cinefilo per mannaggiallamusica.it, il blog di Diego Perugini.

USA, 2015. Drammatico, 108′. Regia di Anna Boden, Ryan Fleck. Con Ben Mendelsohn, Ryan Reynolds. Su RaiPlay

Due giocatori d’azzardo, uno figo e disinvolto l’altro più vecchio e scalcagnato, si incontrano e diventano amici. Partono per un viaggio nel sud degli Usa alla ricerca di una qualche forma di felicità. Nei soldi, negli affetti, in un’altra vita. Ma il percorso non sarà facile. Tra casinò, brutti motel, giocate compulsive, debiti e assurde scommesse, un “road movie” psicologico e a tratti malinconico, non del tutto a fuoco. Talvolta lento, forse un po’ troppo lungo. Bene il cast, ottima la colonna sonora a tutto blues.

Live a Milano, fra Stromae, Bregovic, Carl Brave e il tutto esaurito per Ultimo

Il belga Stromae sarà domani al Milano Summer Festival con l'album “Multitude” e il suo mix di stili e generi in lingua francofona. Di Diego Perugini per mannaggiallamusica.it

Ultimi botti live prima della serrata d’agosto. E altra settimana infuocata. Dal meteo e non solo.

Due gli appuntamenti al Milano Summer Festival all’Ippodromo Snai: stasera con Willie Peyote, veterano del rap italico, con vocazione da intellettuale; e domani col belga Stromae e il suo mix di stili e generi in lingua francofona (e le novità del nuovo cd “Multitude”).

Stasera col live di Goran Bregovic e la sua Wedding & Funeral Band chiude il festival di Villa Arconati, mentre prosegue quello al Carroponte, che domani ospiterà il celtic punk dei Dropkick Murphys, seguiti giovedì dal pop-rap del romano Carl Brave e venerdì da Cristina D’Avena con i Gem Boy.

Al Magnolia, domani, arrivano i Marlene Kuntz con “Karma Clima”, album sul tema del cambiamento climatico, seguiti giovedì dal nu-jazz degli inglesi Sons of Kemet.

Finale di stagione per il festival interculturale Ahymé, giovedi alle 21.30 all’Arena Milano Est di Milano, col pianista Adam Kromelow in “Genesis Piano Project”.

Al Castello Sforzesco, domenica, si esibiranno gli allievi del Cpm con lo spettacolo “Canzoni per renderci migliori”, ospite Angelina Mango (ingresso libero con prenotazione)

L’evento clou (a chi piace, naturalmente) sarà il doppio “tutto esaurito” di Ultimo allo Stadio San Siro, sabato e domenica, recupero delle date annullate per la pandemia.

Romantico e pop, il mondo di Gazzelle

Gazzelle in concerto all'Ippodromo Snai di Milano
Gazzelle_ph. Elena Di Vincenzo

Confesso di avere un piccolo debole per Gazzelle. Qualcuno magari lo chiamerà scheletro nell’armadio, ma tant’è. Mi piacciono il suo stile sdrucito e informale, il romanticismo metropolitano, il linguaggio semplice e quotidiano, i ritornelli orecchiabili.

Anche perciò mi sono calato, ancora una volta, in un contesto non mio, circondato da un pubblico giovane e giovanissimo, con forte predominanza femminile. Ieri sera all’Ippodromo Snai San Siro per il Milano Summer Festival, gremito di gente.

Gazzelle tiene il palco per un’oretta e mezza, parte spedito con una delle sue hit più famose e divertenti, “Meglio così”. Tiene alto il ritmo, poi si distende nei brani più morbidi e sentimentali, tipo “Una canzone che non so”, “Punk”, “7” e “Tutta la vita”.

Rispetto al passato appare più sicuro, professionale, preciso.

“Qualche anno fa qui a Milano ho suonato in un locale davanti a 200 persone. E adesso guarda che roba” dice mirando alla distesa di teste davanti a lui.

Il pubblico, ovviamente, esulta. E canta di tutto e di gusto, balla e salta sui pezzi più tirati, come la dance di “Polynesia”, musica allegra per la fine di un amore, o le riflessioni esistenziali in chiave pop di “Vita paranoia”.

Capelli corti e occhiali scuri, un po’ (finto) scazzato sullo stile dell’idolo Liam Gallagher, il piccolo Flavio saluta e ringrazia spesso col classico “Ciao regà” e lo spiccato accento romano.

Parla molto di amori tormentati, con voce imbronciata e frequenti spunti autobiografici, perché “quando sto male quasi sempre ci esce una canzone”, spiega prima di attaccare “Ora che ti guardo bene”, nata durante i tristi tempi del lockdown. E, en passant, annuncia di stare lavorando a un nuovo disco. Giù applausi.

Dicono che Gazzelle piaccia così tanto perché sa bene raccontare ansie, disagio, frustrazione e senso di inadeguatezza dei ventenni/trentenni di oggi. Con un misto di rabbia, malinconia e tenerezza.

Eppure il concerto ha sempre il sapore della festa liberatoria, con le ragazze delle prime file in short e canotta a urlare senza requie e le coppiette nel “pit” che si scambiano baci e cantano le strofe vis-à-vis.

Fin quando verso la fine arrivano la botta electro della vecchia “Zucchero filato” e lo sfogo di “Destri”, ancora su una storia andata a quel paese.

Si esce dall’arena un po’ più leggeri, col sorriso sulle labbra e tanti ritornelli nella testa. Bene così. Anzi, meglio così.

Si replica il 22 a Rock in Roma e il 24 al Teatro Antico di Taormina.

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