Rosa Chemical mette in mezzo Fedez con un siparietto provocatorio.

Ecco, la musica è finita, gli amici se ne vanno ecc. ecc. E se ne va anche un altro Sanremo, con un Mengoni vincitore annunciato da quel dì.

Vincitore con un brano non eccezionale, nato con l’obiettivo precipuo di esaltare la voce dell’artista di Ronciglione. Che, a dirla tutta, in questi giorni ha un po’ stufato con gorgheggi e acuti da virtuoso.

Ma, evidentemente, c’è a chi piace. E se ne prenda atto.

Sorprende, ma fino a un certo punto, il secondo posto di Lazza, la cui “Cenere” è cresciuta di sera in sera. Un pezzo moderno, contemporaneo e accattivante, col piccolo (?) aiuto del duo Petrella/Dardust ad aumentarne il livello di godibilità.

Senza dimenticare che questo ragazzo nato ai bordi di periferia (milanese) l’anno scorso è stato campione di vendita e streaming e si appresta a partire per un tour nei palazzetti già tutto esaurito.

Lo confesso: non mi piace granché, ma è tifosissimo del Milan, quindi lo promuovo a pieni voti.

L’unica sorpresina, semmai, è quella di Mr. Rain al terzo posto con “Supereroi”, che peraltro ricorda parecchio un suo passato successo, “I fiori di Chernobyl”.

Ma anche qui parliamo di un nome magari non notissimo al grande pubblico, ma con una forte fan-base e numeri importanti in quanto a vendite e streaming.

Il quarto posto di Ultimo sa di delusione, così come il sesto di Giorgia, penalizzati entrambi da canzoni modeste.

Ma, a onor del vero, tutto il festival non ha rivelato pezzi memorabili, se non qualche scheggia di talento qua e là.

Madame, Colapesce Dimartino, Elodie forse i più intriganti.

La maratona finale ha portato in scena due grandi vecchi della nostra canzone fra titoli capolavoro, estemporanee boutade e un pizzico di malinconia.

Ma il momento più esilarante è stato quando Rosa Chemical ha tirato in mezzo Fedez mimando un rapporto anale e poi baciandolo in bocca.

Volgarità? Sì, forse. Però mi ha fatto ridere di gusto.

E a Sanremo non capita così spesso.