Sanremo, l'importante è esagerare. Da sempre il festival vive come in un'altra dimensione. Dove l'eccesso è la regola. Intanto il super-favorito Mengoni guida la classifica.

Una delle cose che mi ha sempre colpito di Sanremo è l’eccesso.

In quella settimana tutto è esagerato: in città si respira un delirante clima di divismo d’altri tempi, con la gente che si accalca sulle transenne e va a caccia di autografi (una volta) e selfie (ora).

Per non dire delle mille e una iniziative collaterali, fra feste, presentazioni, concertini. Quest’anno c’è pure la nave ormeggiata e un palco esterno per i live.

Lo spettacolo televisivo, poi, è infarcito come un kebab di quelli tosti: c’è di tutto e di più. Ma non sempre è gustoso, soprattutto quando vai per le lunghissime e ci piazzi dentro un mare infinito di pubblicità.

I media, poi, ci danno dentro.

La sala stampa aumenta ogni anno di nuovi cronisti o presunti tali. Lo spazio sui giornali è sempre ampio, così come il numero degli inviati. Anche se ora credo siano web e social a fare la parte del leone.

Tutti (si fa per dire) si sentono in dovere di stilare le proprie pagelle, fornire la propria versione, farsi vedere, distinguersi dalla massa.

Dare il resoconto minuto per minuto più figo, originale, controcorrente e, ca va sans dire, senza filtri.

Il risultato è un’overdose autoreferenziale di notizie, video, interviste, foto e arzigogoli vari.

Uno sforzo imponente, un impiego (uno spreco?) di soldi, tempo ed energie che, per forza di cose, lascerà il tempo che trova.

Assieme alle polemiche che da sempre montano e poi si sgonfiano in un attimo. Spesso risibili.

Come il gossip sul fantomatico litigio fra Oxa e Madame, che ha mandato in agitazione organizzatori, entourage e sala stampa (sic!).

Da qui alla fine, sabato, ci sarà tempo per altri exploit.

Intanto il super-favorito Mengoni guida la classifica davanti a Ultimo e al sorprendente Mr. Rain.

E stasera tocca a cover e duetti. Speriamo bene.