Sanremo 2022: è l'ora delle cover. Stasera uno dei momenti più intriganti del festival, coi cantanti alle prese con classici di ogni tempo. Di Diego Perugini per mannaggiallamusica.it

Dopo la maratona di ieri, conclusasi dicono intorno alle due di notte (scusate, ma io ero già sotto le coltri da un po’), è in arrivo la serata sanremese che, da sempre, m’intriga di più: quella delle cover.

Perché l’arte della cover (nel mio piccolo, tanti anni fa, mi ci sono cimentato pure io) è difficile e stimolante, con l’alta probabilità di sbattere il muso contro classici più o meno intoccabili e rimediare figure barbine.

Infatti c’è sempre il rischio di scimmiottare l’originale senza aggiungerci nulla o al contrario, per usare una fine metafora, farla fuori dal vaso, stravolgendo e rovinando un capolavoro.

Insomma, bisogna studiare e conoscere bene, in tutte le sue sfumature, la canzone che si vuole reinterpretare. Farla propria, darne una versione personale, ma senza eccessi. E’ un delicato gioco di equilibri. E di buon gusto.

Zucchero, uno che la sa lunga e ha pubblicato mesi fa un buon disco di cover, ha seguito una saggia regola: stare distanti dai superclassici, i pezzi intoccabili, resi immortali da interpretazioni storiche, con cui è facile rompersi (metaforicamente) le ossa.

Così dalla scaletta dell’album ha volutamente lasciato da parte titoli che ama alla follia, come “A Whiter Shade Of Pale” dei Procol Harum, perché impossibile far meglio.

Regola aurea che i sanremesi di quest’anno sembrano voler eludere in massa (o quasi). Scorrendo l’elenco dei brani in scaletta, noto autori da far tremare le vene e i polsi: Battisti, Paoli, Tenco, McCartney, De André, Daniele, Vasco.

E pezzi assai tosti come “(You Make Me Feel Like) A Natural Woman”, “Be My Baby”, “My way” e “Your Song”, che non sarà facile restituire in maniera anche solo dignitosa. Chi farà meno danni? Si accettano scommesse.

Insomma, ne vedremo delle belle. O, più probabilmente, delle brutte. Con l’effetto ciofeca pericolosamente in agguato, così come le inevitabili geremiadi dei puristi.

Ma anche questo, ça va sans dire, è Sanremo.

p. s. Intanto la classifica dopo la terza serata ha confermato il duello fra Mahmood/Blanco ed Elisa, con qualche sconvolgimento dal terzo posto in più.

Salgono le quotazioni del grande vecchio Morandi (a cui auguro sinceramente di finire sul podio), ma scalano posizioni anche i “giovinastri” Irama e Sangiovanni.

Il momento migliore, però, è stato il mini-show di Cesare Cremonini.

Ma lui, come si usa dire, gioca in un altro campionato.