E alla fine, seppur con fatica, le abbiamo ascoltate tutte le canzoni di questo Sanremo 2023. Con la conferma di non avere trovato nessun pezzo clamoroso in scaletta: non dico una “Vita spericolata”, ma nemmeno solo una “Fai rumore”.
E il pensiero, inevitabilmente, va ai titoli sciorinati dai tre vegliardi ospiti: dai, volete mettere “Vent’anni”, “Nel sole” o “Uno su mille”? O “Il nostro concerto” di Bindi?
Ok, boomer mi risponderete. Ti piace vincere facile, eh?
Vabbè, torniamo alla gara. Perché non tutto è da buttare.
Colapesce Dimartino, primi per la stampa, non ritrovano l’estro genialoide di “Musica leggerissima”, né ovviamente l’effetto sorpresa dello scorso anno.
Ma “Splash” è comunque intelligente e accattivante, con parole non banali (e condivisibili) sul peso delle aspettative.
Non male Madame e Levante, pur da diverse prospettive, mentre Paola e Chiara citano sin troppo se stesse e vanno sul sicuro danzereccio.
Lazza, incensato da molti, propone quell’urban modaiolo che a me fa venire l’orticaria (problema mio, d’accordo) ma probabilmente andrà forte nelle radio e nello streaming.
Gli Articolo 31 mettono in scena una reunion nostalgica con sincere lacrime di commozione.
La delusione più grande viene, semmai, da Giorgia: canta maluccio (emozionata? arrugginita?) un pezzo modesto, una ballata soul-pop in crescendo che non brilla per originalità.
Contiamo possa riprendersi da qui alla finale. Daje!