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Un po’ di concerti nella Milano d’agosto

Il 26 agosto si terrà l’omaggio a Franco Battiato "Perduto Amor" con Alberto Radius (nella foto) e Custodie Cautelari, ospite il violino di Anais Drago.

Milano d’agosto non è certo la città ideale per i concerti. Molti vanno in vacanza, la metropoli si svuota e si dà una (relativa) calmata. E così, dopo l’abbuffata delle scorse settimane, arriva l’inevitabile pausa.

Per i cosiddetti “forzati di città” non sono tante le occasioni per ascoltare musica. Ma qualcosina c’è.

Il circolo Magnolia, per esempio, ospiterà lunedì prossimo (8 agosto), una serata di hardcore bello tosto con Sick Of It All, Comeback Kid e altri (ore 21, euro 29).

Quindi, il 18, ritroveremo Doyle, componente dei punkettari Misfits, in un set fra classici e brani dal nuovo album (ore 21, euro 23).

A seguire, il 23, gli estrosi americani Palaye Royale, fra alt pop, rock, glam, emo e altro ancora. Poi il 30 l’indie-rock dei Tash Sultana per Unaltrofestival e il 31 il rap d’autore del veterano Murubutu.

Ampio e variegato il cartellone dell’estate al Castello Sforzesco, che spazia dalla serata K-Pop con l’idolo coreano-americano Brooklyn (domani, sabato 6, euro 40/35) all’incontro fra pop, rock e classica di Viola crossover con Civica Orchestra di Fiati di Milano e Anna Serova (8, gratis).

Il 10 ci sarà una “Chopin Night”, il 13 lo spettacolo a tema ecologico “Songs for Gaia” con la Celtic Harp Orchestra e il 14 il recital “Scover”, viaggio scomposto all’interno della canzone italiana con Giovanni Falzone Mosche Elettriche (gratis).

A Ferragosto si svolgerà la finale di “Campusband Musica&Matematica”, concorso nazionale dedicato agli studenti amanti della musica (gratis), mentre il 22 la Monday Orchestra con Paolo Tomelleri interpreterà classici dello swing da Duke Ellington a Benny Goodman.

Il 23 in cartellone l’Urban Show 2.2 con giovani realtà fra rap e dintorni, il 24 largo alla nostalgia per i “fab four” con lo spettacolo “Magical Mistery Story” con The Beatbox e Carlo Massarini, mentre il 25 sarà la volta del recital “E io tra di loro”, con Giovanni Nuti tra Alda Merini e Milva.

Il 26 si terrà l’omaggio a Franco Battiato “Perduto Amor” con Alberto Radius e Custodie Cautelari, ospite il violino di Anais Drago, con i successi del magico periodo anni ’80, seguito dai concerti di Nada (27) e Jack Jaselli (28).

Aperto per ferie anche lo Spirit De Milan: tra i tanti appuntamenti spiccano “Spirit In Blues” con Maxwell Street Combo (domenica 7), il jazz contaminato di Laura Fedele (10), la notte swing con Mr. Andrew & The Good Guys (13) e le serate “Barbera & Champagne” con Dram, The Cadregas, Al Cash Project, Tri Urluc e altri.

Il Milano Latin Festival proseguirà sino al 16 agosto, ma per i concerti ci si ferma a quelli del panamense Boza, nuova stella del reggaeton (stasera, venerdì 5) e dei veterani Los Van Van, storica istituzione cubana (domenica 7).

Il Carroponte ospiterà il 27 agosto una serata di taranta e il 28 un omaggio a Lucio Battisti con gli Exodus (gratis).

Un unico appuntamento, ma di sicuro richiamo per gli amanti di metal e dintorni, per il Milano Summer Festival all’Ippodromo Snai: il 27 agosto suoneranno Helloween, Sabaton e altri (dalle 18, euro 60).

E buona estate!

Phoebe Bridgers & Clairo live al Carroponte!

E’ sempre interessante (e istruttivo) calarsi in dimensioni diverse dai soliti giri. E, magari, ritrovarsi a essere il più vecchio in un consesso live di venticinquenni o giù di lì.

M’è capitato ieri sera al Carroponte, dove è andato in scena un “double-bill” al femminile: due concerti al prezzo di uno, per capirci. Seppur concerti brevi, un’oretta a testa e via, belli intensi, però.

Due cantautrici americane, giovani e talentuose, Clairo e Phoebe Bridgers, che rappresentano sogni, speranze, dubbi e ansie dei millennials. Anche dalle nostre parti, visto che nello spazio di Sesto San Giovanni c’è tanta gente, soprattutto ragazze, con una fan base assatanata stretta stretta sotto il palco.

Cantano, urlano, ballano. Conoscono assai bene lo scarno repertorio delle due, tanto che praticamente a ogni brano scatta un’ovazione.

Parte puntuale quando la sera è ancora chiara la piccola Clairo, magra e vestita casual, che s’alterna fra tastiere e chitarra, con quel suono che mescola rock, pop, ballate, ma pure soul, blues e jazz, con bei tocchi di sax e flauto a regalare qualche sfumatura in più.

La sua voce ricorda intere stagioni al femminile, finanche lontane eroine come Carole King sino a Suzanne Vega e Fiona Apple. A un tratto, su “Bags”, orecchiabile pop-rock sulle incertezze in amore, fa capolino la collega Phoebe per un breve duetto. Ed è il delirio.

La stessa Phoebe, bella e bionda, di scuro vestita, arriverà sul palco più tardi per un set meno ruspante e più costruito, giocato su ballate notturne e d’atmosfera e una voce che rammenta vagamente Margot Timmins dei Cowboy Junkies (ma in molti ci hanno visto echi di Joni Mitchell, Billie Eilish e, ancora, la solita Fiona).

Scorrono visual in 3D, con diorami virtuali che si aprono sullo schermo, suggestivo sfondo a un pop d’autore melodico e dolce-amaro, che racconta di amori perduti, malinconie esistenziali, quotidianità più o meno spicciola. Ma empatica.

La cantautrice parla col pubblico e con i ragazzi della band, scherza. Ma si fa seria seria quando racconta della sua America e critica la recente legge contro l’aborto. E giù applausi convinti.

Si salta infine sui brani più noti, come in una danza catartica. Ecco “Kyoto”, “Punisher”, “Chinese Satellite” fino all’apoteosi finale di “I Know The End”, il pezzo più sontuoso e ambizioso in scaletta. Forse il più bello.

Sul palco sale anche Clario con sua band. Si canta, si urla tutti insieme. E il cerchio, magicamente, si chiude.

Un martedì (live) da leoni. E non solo

I Rolling Stones martedì 21 a San Siro con l'unica data italiana del tour "Sixty". Nella stessa sera anche Killers e Offspring. Ma tutta la settimana sarà piena di concerti. Di Diego Perugini per mannaggiallamusica.it
Rolling Stones, foto di Dave Hogan

Sarà un martedì da leoni, con tanti concerti in città. Precedenza assoluta agli ultraveterani Rolling Stones, attesi domani in un San Siro tutto esaurito per l’unica data italiana del tour “Sixty”.

Sessant’anni di carriera per Jagger & Richards (il primo prontamente risanato dal Covid, bontà sua), riassunti in una scaletta di 19 pezzi in cui non mancano (e come potrebbero?) classici come “Honky Tonk Women”, “Sympathy for the Devil” e “Jumpin’ Jack Flash”. Bis finale: “(I Can’t Get No) Satisfaction”. E scusate se è poco.

Sempre domani e a poche centinaia di metri di distanza, all’Ippodromo Snai San Siro per il Milano Summer Festival, ritroveremo l’alternative-rock di The Killers, anche qui unica data italiana (ore 21, da euro 46). In alternativa, al Carroponte ecco un’abbuffata punk con The Offspring, Punkreas, Lagwagon e Anti Flag (dalle 19, euro 51,75).


Altri appuntamenti: stasera ai Magazzini Generali il pop-rock degli americani Hanson, mentre Marco di Noia sarà alla Fabbrica di Lampadine con “Da Leonardo al Futuro”.


Mercoledì 22 al Carroponte arriva il rap contaminato di Rocco Hunt (seguito il 23 dagli Psicologi e il 24 da Guè Pequeno), mentre all’Alcatraz suoneranno i veterani punkettari californiani Bad Religion.


E non finisce qui. Giovedì 23 sarà il momento di Kendrick Lamar, pregiato pezzo da novanta del rap a stelle-e-strisce, atteso all’Ippodromo Snai, dove il giorno dopo (il 24) si esibirà l’italianissimo Brunori Sas.


Per chi, invece, cercasse appuntamenti meno affollati e adrenalinici, da tenere d’occhio il folto calendario di La Milanesiana, che in settimana ospiterà momenti live a ingresso gratuito (con prenotazione) di Capossela, Vasco Brondi, Giuseppina Torre, Paolo Fresu e Giovanni Caccamo. Qui il programma completo.

Buona musica (live) a tutti!

C’è Ariete al Carroponte!

E' partito dal Carroponte lo "Specchio" tour di Ariete, cantautrice della generazione Z.  In platea tante giovanissime per un concerto intenso e motivazionale.

C’è un bello spettacolo al Carroponte. Tante ragazze, ragazzine, piccole donne, adolescenti. Parecchie fidanzate fra loro, altre in chiassosi gruppi. Stile gender-fluid, ma non solo. Spesso accompagnate dai genitori, che attendono nell’adiacente area-food o nelle macchine in doppia fila all’esterno.

Tutte pazze per Ariete, ventenne dal look androgino e lo spiccato accento romano, cantautrice delle piccole cose e delle piccole emozioni. Con in testa un ideale di libertà, pace e amore universale.

Bisessuale dichiarata, nelle canzoni si rivolge a una “lei”, quasi sempre a raccontare storie d’amore un po’ sfigate, di quelle che capitano tante volte quando sei così giovane. Canta con voce un po’ imbronciata e un po’ infantile, ha un suo stile. Racconta il disagio, le paturnie e l’inadeguatezza della famosa “generazione Z”.

Sono brani semplici, brevi, con un linguaggio fresco e senza fronzoli, pochi accordi e una buona melodia, che a tratti ricorda il malinconico mood del conterraneo Gazzelle. Sfila il nuovo album “Specchio” sino ai piccoli classici del passato, “Pillole”, “18 anni” e, soprattutto, l’orecchiabilissima “L’ultima ora”, usata anche nello spot di un celebre gelato.

La folla delle ragazze è uno spettacolo nello spettacolo: accoglie ogni titolo con un boato, tutte cantano tutto, mentre sul palco volano reggiseni. In lei vedono un’amica, una sorella, forse un’amante. Una comunione che trova il suo culmine a metà serata: s’interrompe la musica e Ariete fa salire sul palco alcune fan che “hanno da dire cose importanti”.

Chi dichiara il suo amore a una compagna, chi piangendo ricorda un’amica morta da poco, chi rivendica maggior comprensione da parte dei genitori.

La cantante parla e lancia messaggi che il suo “popolo” trepidante accoglie con gioia: accettazione di sé, autodeterminazione, libertà di amare chi si vuole. E giù urla e applausi. Poi è tempo di tornare alle canzoni, alla fine fa capolino sul palco Rkomi per un duetto e in coda arriva pure il nuovo singolo “Tutto (con te)”.

Alle 23 si chiude baracca, è tempo di tornare a casa, i genitori aspettano fuori e sono stanchi.

Carroponte 2022!

Carroponte 2022! Torna a piena capienza il festival alle porte di Milano. Tanti concerti a partire dal 4 maggio. Di Diego Perugini per mannaggiallamusica.it

Ci aspetta un’estate di concerti, tanti e per tutti i gusti. Come prima della pandemia, forse anche di più. Il che mi pare una buona notizia.

Già annunciati i vari tour negli stadi, lentamente prendono forma pure i festival, colonna portante della stagione più calda dell’anno.

Andrà bene? Incrociamo le dita e speriamo di sì.

Intanto torna il Carroponte di Sesto San Giovanni, a due passi da Milano. Un luogo a me caro, perché vicino casa e perché suggestivo nella sua atmosfera post-industriale.

In questi due anni folli, ha tirato avanti a ranghi ridotti (1000 persone a sera), ma ora riprende a pieno regime (capienza massima 7500 ed extra 9450).

E presenta un cartellone variegato, eclettico mix fra recuperi e novità.

Oddio, la parte del leone la fanno punkettari, rapper e nomi da ggggiovani, che non sono proprio la mia “cup of tea”.

Ma sarà comunque un piacere riappropriarsi di uno spazio particolare, anche per il ritorno di iniziative di aggregazione come il Summer Village, fra offerte gastronomiche, eventi e feste.

Si parte a maggio e si chiude a settembre. E anche ad agosto (eccezion fatta per la settimana centrale) ci saranno serate e concerti gratis per i forzati di città.

Insomma, si riparte. Finalmente.

Qui sotto il calendario (e qui gli aggiornamenti).

CONCERTI Carroponte 2022

MAGGIO

4. One Republic

8. 5 Seconds of Summer

18. Yungblud

22. Punk In Drublic con NOFX, Pennywise, Me First and The Gimme Gimmes & more

30. Social Distortion

GIUGNO

4. Holi Dance Festival

12. Mecna

15. Ariete

16. Lazza

18. Noyz Narcos

21. The Offspring, The Distillers, Lagwagon, Anti-Flag

22. Rocco Hunt

23. Psicologi

24. Guè

28. Andrea Pucci

29. Andrea Pucci

30. Andrea Pucci

LUGLIO

1. Gio Evan – Evanland

2. New York Ska Jazz Ensamble

4. Thrice e Touchè Amorè

5. Phoebe Bridgers e Clairo

8. Eugenio In Via Di Gioia

10. Gogol Bordello

14. Idles

15. Alborosie

20. Dropkick Murphys

21. Carl Brave

22. Cristina D’Avena e Gem Boy

25. Manuel Agnelli

31. Gojira

SETTEMBRE

1. Bandabardò & Cisco

3. Frah Quintale

6. Ernia

7. Ernia

8. Carmen Consoli

14. Biffy Clyro

Metti una sera (live) con LRDL

FOTO LIVE MYM TOUR – ph Silvia Cingano

Che ci abbia ripreso gusto?

Sono tornato al Carroponte, in una sera di una strana estate, dove non fa caldo ma anzi un golfino di cotone aiuta a stare meglio. Ci sono andato per curiosità. Perché non avevo mai visto in concerto La Rappresentante di Lista.

Conoscevo già questa atipica “queer pop band” (parole loro), che gioca con la commistione di stili e generi, rivendicando libertà assoluta. Di suoni, di scelte, di identità.

A loro modo icone della comunità LGBT e dintorni, richiamano nello spazio post-industriale di Sesto San Giovanni un pubblico eterogeneo, colorato e festoso. E giovane assai. Tutti vogliosi di ballare, cantare e far casino, non fosse che per le ferree misure di sicurezza anti-Covid.

Spiace, ma tocca star zitti e buoni. E “mascherati”.

Sul palco, per questo “My Mamma Tour”, la strana coppia Veronica e Dario si presenta con band al seguito. E l’impatto ne guadagna. In un’ora e mezzo ecco un mini-show a tutti gli effetti, pur senza grandi schermi ed effetti speciali. Ma con abiti glam, ballerine e coreografie, giochi di luce, ritmo spedito. Persino un piccolo omaggio a Raffaella Carrà.

Come far spettacolo con intelligenza, insomma.

Aiutati dal fatto di avere una front-woman di magnetica presenza e, soprattutto, dalla voce potente e prodigiosa, una specie di Arisa in salsa “indie” con un pizzico di Carmen Consoli, se mi passate gli arditi paragoni.

Ma il tutto sarebbe inutile (o quasi) se non ci fossero le canzoni. E, invece, no. Ci sono, eccome. Anche qui senza limiti e confini, fra elettropop, rock, dance, cantautorato, ballate.

Racconti di vita e di emozioni, come nel ritornello avvincente del piccolo vecchio classico “Maledetta tenerezza”, nel recitativo resiliente di “Resistere” o nell’impeto esistenziale di “Amare”, portata con successo all’ultimo Sanremo e accolta dal boato più sincero.

Fino alla danza liberatoria dell’ultimo singolo “Vita”, inno contemporaneo a una felicità sempre più difficile. Sempre più necessaria. Bravi.

LRDL_ph-Manuela-di-Pisa

Oddio, sono tornato a vedermi un concerto!

I Coma_Cose al Carroponte di Sesto San Giovanni per il "Nostralgia Tour".

Dove eravamo rimasti?

Ah sì. A un periodo in cui uscire e vedersi un concerto era una piacevole normalità, una dolce routine spazzata via da quel che sappiamo. Ma prima o poi si doveva riprendere. E l’ho fatto anch’io.

A piccoli passi, in un luogo amico e vicino casa, il vecchio Carroponte. E con un live senza fronzoli e senza troppe pretese, di un duo che mi è sempre stato simpatico, i Coma_Cose, in giro per l’Italia col “Nostralgia Tour” (qui date e biglietti).

Superato il primo imbarazzo, è stato come riprendere ad andare in bicicletta. Ti ci (ri)abitui subito. Senti il calore della gente, le risate, gli applausi. La musica che arriva forte (ma non troppo) dalle casse, quelli sul palco che si danno da fare, un clima di distensione, di voglia di non pensarci più su.

Roba che ti fa passare oltre anche ai soliti maleducati, tipo quelli che parlano a voce alta, che si muovono avanti e indietro a prendere le birre, che sfumazzano una sigaretta dietro l’altra. O quelli, che mai capirò, che vanno ai concerti e chiacchierano per tutto il tempo col compagno/a di sedia.

Certo, c’è qualcosa di diverso. Meno gente, perché di più non si può. I vuoti obbligatori fra una sedia e l’altra. E quelle mascherine un po’ su e un po’ giù, perché è dura tenersi una ffp2 per due ore. E, poi, come fai a cantare?

I Coma_Cose hanno fatto il loro dovere. Già erano un piccolo cult prima di Sanremo, ma dopo il festival i loro fan sono aumentati esponenzialmente.

Lo capisci perché quando fanno “Fiamme negli occhi”, arrivata nelle retrovie della classifica finale, la platea si incendia (scusate, non ho resistito al gioco di parole). Tanto da risuonarla voce e chitarra come ultimo bis.

Un’ora e un quarto di live, il loro, con band sullo sfondo e tanti piccoli grandi inni di vita quotidiana (e metropolitana). Milano al centro, le sue vie, i suoi bus e i suoi locali, graffi rap e carezze melodiche, le voci di Fausto Lama e California che si alternano e si amalgamano.

In mezzo tanto romanticismo (mai stucchevole), briciole di malinconia e tanta energia, i dubbi e le difficoltà di crescere, la voglia di vivere.

Le canzoni le conoscono tutti e tutti le vogliono cantare: “Granata”, “Mancarsi”, “Beach Boys distorti”, “Squali”, “Anima Lattina”. E via così.

Si esce col sorriso sulle labbra, più distesi e rilassati. Ed è già qualcosa.

Forse un nuovo inizio.

50 anni di America

America live. Il tour dei 50 anni di carriera
America live

Agli America, da ragazzo, ho sempre preferito CSN&Y oppure gli Eagles. Perché li sentivo troppo esili, leggeri, sdolcinati. Troppo pop, insomma. Anche perciò nella mia collezione di dischi, non c’è neppure un loro album. Vederli dal vivo, però, sì. Perché fanno comunque parte di un’epoca a me cara, e certe canzoni le riascolto sempre volentieri.

Ed è il motivo per cui sono andato a sentirli al Carroponte di Sesto San Giovanni, l’altra sera. Gran caldo e affluenza in tono minore, con in platea tanti coetanei dei due vecchi eroi sul palco. Gli America del 2019 sono Gerry Beckley e Dewey Bunnell con un tris di più giovani musicisti a dar loro manforte e sostegno.

Sono in giro con un tour che festeggia 50 anni di attività: li ho intervistati via mail per Metro e mi hanno raccontato di come amino ancora far sentire la loro musica ai fan, che uniscono generazioni diverse. E di come questo sia il loro spettacolo migliore. Parole di circostanza, forse, comunque il palco questi ultrasessantenni lo tengono ancora bene.

Il repertorio è a colpo sicuro, mescola il country-rock a stelle-e-strisce alle memorie del pop beatlesiano. Non a caso, come ricordano dal palco, hanno lavorato con George Martin, produttore dei Fab Four, dei quali ripropongono en passant una discreta cover di “Eleanor Rigby”.

Un concerto leggero e divertente, alla buona, senza fronzoli ed effetti speciali, se non uno schermo dove scorrono vecchie copertine e foto sbiadite dal tempo. I due raccontano la loro storia di successi mondiali con semplicità e simpatia, lasciando parlare quei ritornelli storici, da “You Can Do Magic” a “Survival” e “Ventura Highway”.

Sul finale le emozioni più vive: la dolcissima “Only In Your Heart”, fra Graham Nash e McCartney, la cover di “California Dreamin’” e la più dura “Sandman”, mentre sullo sfondo scorrono le immagini della guerra in Vietnam, ferita ancora aperta per il popolo Usa.

Chiusura in gloria col rockettino irresistibile di “Sister Golden Hair” e il bis del brano più atteso da tutti, “A Horse With No Name”, con torme di sessantenni assatanati nelle riprese con lo smartphone. Una bella botta di nostalgia canaglia, ma anche la testimonianza live di un buon vecchio artigianato pop. Come non si usa più.

p.s. il tour italiano prosegue fino all’11 luglio. Qui tutte le date.